ASTI – Non si fermal’impegno delle Camere Penaliper sensibilizzare l’opinione pubblica emigliorare le condizioni dei detenuti nelle carceri italiane,promuovendo varie iniziativenonché proposte concrete (anche) per scongiurare altri suicidi.In particolare, dopo la maratona oratoria del 10 luglio davanti al Tribunale, oggi 29 lugliouna rappresentanza della Sezione astigiana della Camera Penale Vittorio Chiusano, coordinata dal presidente avv. Davide Gatti, si è recata in visita alla Casa di reclusione di Asti.Un’iniziativa fortemente voluta pervalutare le condizioni attuali dell’Istituto, verificando di persona, oltre agli usuali accessi alla sala colloqui, le celle e le condizioni detentive nelle diverse sezioni.La visita ha riguardato tutti gli spazi e le sezioni del carcere astigiano.Tra le criticità c’è lacarenza di personale, che comporta delle restrizioni nell’ambito delle attività rieducative della pena, che rappresentano la finalità di qualsiasi carcere.Il carcere astigiano vede attualmente la presenza di244 detenuti in alta sicurezza, 5 detenuti in media sicurezza e 10 detenuti in art. 21 OP(i lavoratori sono solo all’interno delle mura carcerarie)o in semilibertà.“Siamo stati accolti molto bene– ha detto l’avv. Gatti-.Il comandante, insieme alla dott.ssa Monica Olivero responsabile dell’area educativa e trattamentale, ci ha fatto visitare l’area dei detenuti di non alta sicurezza, poi le sezioni di alta sicurezza, la parte dell’isolamento. Abbiamo visitato l’infermeria, dove una dottoressa ha spiegato come funziona, sottolineando che la cella usata per tutelare i detenuti che hanno compiuto atti anticonservativi è attualmente e fortunatamente vuota”.Sono state altresì visitate le aree di passeggio, gli spazi comuni e trattamentali, aule, teatro, palestra e cappella di culto, il campo sportivo, il campo agricolo e le serre.Tra le migliorie che si potrebbero apportare, secondo la rappresentanza della Camera Penale, c’è anche ilrafforzamento dei servizi pubblici per le famiglie che vengono ad Asti in visita ai detenuti,provenienti in gran parte dal sud Italia. I mezzi pubblici non arrivano infatti fino al carcere, fermandosi a Quarto; da lì occorre chiamare un taxi per raggiungere la casa di reclusione.“Tra i progetti futuri della Camera Penale– ha concluso l’avv. Gatti–c’è il desiderio disvolgere lezioni di Diritto durante l’anno nel Teatro del carcere, coinvolgendo il più possibile i detenuti”.
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