Asti, revoca della cittadinanza a Benito Mussolini

Le riflessioni del sindaco Maurizio Rasero

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Comune in merito alla revoca della cittadinanza a Benito Mussolini.

In merito alla seduta del Consiglio Comunale tenutasi ieri giovedì 22 aprile, il Sindaco Maurizio Rasero desidera fare alcune riflessioni, partendo dalla considerazione che probabilmente i cittadini immaginino che, in questo specifico momento storico di emergenza sanitaria, connotato da una campagna vaccinale non ancora a pieno regime, e da una crisi economico-occupazionale che, già da tempo, manifesta preoccupanti segnali anche sul nostro territorio, il Consiglio Comunale si occupi di trattare ben altre problematiche, prioritarie, sotto molteplici aspetti, rispetto alla richiesta della minoranza di discutere la revoca della cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini.

Tale richiesta, presentata dai consiglieri di minoranza direttamente durante il Consiglio Comunale del 28 ottobre scorso, è apparsa fin dal primo momento pretestuosa e strumentale, finalizzata principalmente a creare difficoltà, spaccature e divisioni all’interno della maggioranza che, però, anche in questa occasione si è dimostrata forte e compatta grazie al continuo confronto e dialogo delle forze politiche e civiche che la compongono.

Come è noto, il comune di Asti ha conferito la cittadinanza onoraria all’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Benito Mussolini il 24 maggio 1924, ossia in un preciso momento storico del nostro Paese, quando quasi tutti i Comuni italiani, “sollecitati” dall’allora Governo, votarono ed assunsero il medesimo provvedimento. Pertanto, appare evidente che non si possano in alcun modo “colpevolizzare” i consiglieri comunali dell’epoca che in parte non avrebbero sostenuto spontaneamente l’assunzione di tale riconoscimento ed in parte, invece, lo hanno convintamente votato in un momento storico ben lontano dal 1938, anno in cui vennero adottate le leggi razziali.  Ricordo, infatti, che nei primi anni del regime, come riconosciuto da molti storici, furono anche attuate importanti riforme e realizzate imponenti infrastrutture che favorirono lo sviluppo economico e sociale dell’epoca.

Durante i lavori consiliari di ieri sera, la minoranza ha voluto, ancora una volta, riaccendere  con veemenza l’attenzione su questo riconoscimento e ciò che ha rappresentato e rappresenta.

Evidentemente, i colleghi di opposizione pensano che al governo di questa città ci siano persone non degne del ruolo, che sostengono ideologie xenofobe e razziste a favore dei regimi totalitari. Tale atteggiamento sottende una provocazione del tutto gratuita. Provocazione che va respinta ai mittenti, che senza pudore, chiedono oggi all’attuale maggioranza di fare quello che nessun altro consiglio comunale dal dopoguerra in avanti ha fatto. Nel corso dei decenni trascorsi dal 1924 ad oggi, infatti, nessuno dei sindaci insediatisi, nonostante il susseguirsi di amministrazioni di colori differenti, con l’appoggio della propria maggioranza, ha sottoposto la questione della revoca di tale cittadinanza all’attenzione del consiglio comunale. E ciò, probabilmente, è accaduto per ragioni di opportunità politica o sociale. In particolare, si evidenzia che giunte guidate da sindaci che in prima persona si sono opposti al regime (tra tutti, il Sindaco Felice Platone che, insediatosi nell’immediato dopoguerra, negli anni del conflitto mondiale fece parte della Resistenza Italiana), amministrazioni di sinistra che sono totalmente in contrapposizione a quella ideologia e, addirittura, amministrazioni che hanno riconosciuto ruoli apicali a consiglieri che oggi siedono in minoranza e chiedono a gran voce la revoca, non si sono mai interessate ed attivate per l’assunzione di quest’ultima.

È triste constatare che la richiesta di revoca della cittadinanza a Mussolini sia stata avanzata solo durante la seduta del conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre, ritenendo che i due conferimenti rappresentassero “un controsenso incomprensibile ed inaccettabile poiché i valori veicolati dal conferimento della cittadinanza alla Segre sono inconciliabili con quelli stanti nel mantenimento della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini”. Cosa questa che si sarebbe dovuta valutare e sostenere anche in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Rita Levi Montalcini nel 1987 (anni di Goitre e Pasta in consiglio comunale) ed al Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Amos Luzzatto nel 1998 (anni di Quaglia, Ferlisi, Pasta in consiglio comunale) che sicuramente, al pari della Senatrice a vita, sono portatori e rappresentanti dei valori dell’antifascismo e della Resistenza.

Troppo bello e troppo facile, e naturalmente spudoratamente incoerente, agire così ed ora.

Tornando alla serata appena trascorsa, precisa il Sindaco: “Sono estremamente dispiaciuto che si sia persa l’ennesima opportunità di collaborare condividendo decisioni e provvedimenti in cui si riconoscano tutti i consiglieri comunali, ma con questa minoranza, dedita allo scontro e concentrata ad attaccare in modo sistematico e su più fronti l’amministrazione, dal momento che concepisce l’avversario politico come un vero nemico da abbattere con  qualsiasi espediente,  la condivisione ed il confronto sono un’utopia.

Registro, quindi, l’ennesima indisponibilità dei consiglieri di minoranza alla collaborazione, nonostante avessi spiegato chiaramente quali fossero gli intenti delle forze di maggioranza. È stato chiesto ai colleghi di minoranza di ritirare il loro ordine del giorno e di riconoscersi in quello da noi proposto durante la seduta di ieri il cui contenuto, dalle premesse agli impegni, va ben oltre a quanto da loro indicato nell’ordine del giorno presentato ad ottobre.

Il nostro documento, infatti, riportando integralmente nelle premesse la risoluzione adottata dal Parlamento Europeo il 19 settembre 2019 in merito all’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa (2019/2819(RSP)), prende le nette distanze verso tutti i regimi totalitari ed autoritari del passato, respingendone i crimini nel rispetto di una cultura della memoria condivisa ed impegna il Sindaco non solo a revocare la cittadinanza a Benito Mussolini, ma, tra le altre cose, “a verificare la presenza di onorificenze conferite dalla Città di Asti a persone che siano state organiche a regimi definibili dittatoriali e totalitaristici così come individuati dalla risoluzione del Parlamento Europeo richiamata, o che si siano macchiati di crimini definibili “contro l’umanità” e, di conseguenza,  a procedere alla revoca di tali riconoscimenti conferiti dalla legge”.

Non comprendo, pertanto, la lite che ne è scaturita essendo io stesso intervenuto per illustrare alla minoranza che, con il voto favorevole al nostro ordine del giorno, avrebbe ampiamente raggiunto l’obiettivo perseguito: la revoca della cittadinanza a Mussolini.

Nonostante le argomentazioni proposte per superare l’empasse e la rigidità delle posizioni della minoranza, la maggioranza ha votato contro l’ordine del giorno dell’ottobre scorso e, subito dopo,  con 20 voti favorevoli ha approvato l’ordine del giorno elaborato dal consigliere Avv. Federico Garrone confrontandosi con gli altri gruppi consiliari di maggioranza.

Rimango allibito e stupefatto per la sfrontatezza con cui nella notte i colleghi di minoranza hanno fatto affermazioni non veritiere, senza fondamento e dirette a screditare le forze civiche e politiche del centro destra, raccontando una storia diversa dalla realtà. A tal proposito, per chi volesse, è possibile andare a vedere sul canale YouTube del comune di Asti la registrazione del consiglio.

Comunque, tutto ciò premesso, le ulteriori polemiche sollevate in queste ultime ore rendono gli stessi ancora meno credibili in quanto alle ore 10.45 la Giunta Comunale  ha approvato e votato la proposta n. 24 avente ad oggetto: “revoca della proclamazione del conferimento della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini”.

Ora è ancora necessario il voto del Consiglio Comunale, già convocato per lunedì 26 aprile, e che  ha ricevuto in mattinata l’ordine aggiuntivo con l’inserimento della suddetta pratica. Nuova votazione che si rende necessaria poiché sia l’ordine del giorno della maggioranza che quello della minoranza erano, a norma di regolamento, un mandato all’Amministrazione a predisporre le pratiche e non, invece, una revoca diretta della cittadinanza”.

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