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Asti: la nuova frontiera del vino bio – Dentro la notizia

ASTI – Il vino biologico come segno di sostenibilità, come nuova frontiera dell’economia legata alla tradizione del territorio. È questo il principio che ispira il primo Salone Internazionale del Vino Biologico, in programma ad Asti nelle giornate di sabato 8 giugno e domenica 9 giugno negli spazi del Palafreezer e del Polo Universitario Un-Astiss di Piazzale De Andrè. Organizzato dalla Associazione Produttori del Vino Biologico in collaborazione con il Comune di Asti e Uni-Astiss Polo Universitario Rita Levi Montalcini, il Salone intende radunare produttori e appassionati con un programma trasversale e aperto alla internazionalità. Accanto alla sezione Vinissage, nella quale sarà possibile degustare e acquistare oltre duecento etichette (ingresso 10 euro), in calendario non mancano laboratori e degustazioni guidate per chiunque intenda approfondire esperienza e conoscenza di un comparto enologico che, anche sul piano economico, registra ottime potenzialità di sviluppo. Durante la tavola rotonda di presentazione sono state fornite alcune cifre: secondo una ricerca appena pubblicata (aprile 2019) dall’istituto britannico Iwsr Drinks Market Analysis, infatti, nel decennio tra il 2007 e il 2017 la superficie dei vigneti coltivati biologicamente è cresciuta del 234%. Sempre secondo la stessa fonte, nel 2022 gli acquisti di vino bio toccheranno gli 87,5 milioni di casse con una progressione annua del 9,2% dal 2017. In questo panorama l’Europa rappresenterà il 78% del mercato globale di vino biologico. Tra i paesi europei la Germania costituisce addirittura il mercato più grande del mondo per questo comparto, con un trend positivo e in crescita del 17,9% annuo dal 2012. Anche in Italia crescono interesse e sensibilità nei riguardi della vitivinicoltura ecosostenibile. Per questa ragione il Salone apre una porta sul mondo con un incontro tra produttori e importatori stranieri fissato per lunedì 10 giugno. «Il nostro obiettivo è quello di valorizzare una viticoltura sostenibile e il valore delle terre piemontesi – ha dichiarato Gianfranco Torelli, produttore di vino biologico che nel 1992, con il suo Moscato d’Asti, ricevette la prima certificazione biologica in Italia – Una strada che ci permette di coniugare i crescenti flussi di turismo che investono i nostri territori e le risorse che la produzione bio può offrire».Per il programma completo visitare il Sitohttp://www.salonedelvinobiologico.it.

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