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Un viaggio visionario tra miti antichi e inquietudini moderne: ecco cosa racconta la mostra di Mario Perosino, evento dell’estate ad Asti.
Ci sono luoghi che raccontano più di quanto fanno vedere, e mostre che riescono a lasciare domande invece di risposte.
A Palazzo Mazzetti, cuore culturale di Asti, qualcosa di inaspettato prende forma: un percorso artistico fatto di sguardi enigmatici, colori intensi e figure che sembrano uscire da un sogno antico.
Ma chi sono queste muse malinconiche? E perché quei guerrieri sembrano più stanchi che eroici?
Per scoprirlo, basta attraversare le sale e lasciarsi attraversare dalle emozioni e dalla bellezza delle opere d’arte. Ecco le date e i dettagli della mostra.
Tra gli appuntamenti più suggestivi dell’estate culturale piemontese, spicca un’esposizione che non passa inosservata. Non per clamore o stravaganze, ma per la sua capacità di toccare corde profonde. Al centro, due mondi solo all’apparenza lontani: quello delle muse, eteree e silenziose, e quello dei guerrieri, solidi ma fragili, quasi immobili. L’allestimento si snoda in ambienti raccolti, capaci di amplificare la forza visiva delle opere esposte. Le tele si alternano tra colori densi e contrasti marcati, ma ciò che colpisce non è solo la tecnica.
È la narrazione. Ogni volto, ogni postura, sembra raccontare un passaggio interiore, una frattura o un attimo di sospensione. I personaggi non cercano lo sguardo del visitatore: lo aspettano. Nel loro silenzio si percepisce un’urgenza contemporanea. Non c’è nulla di didascalico, eppure ogni figura evoca archetipi che risuonano nel presente. I richiami al mito diventano così pretesti per esplorare domande intime: sulla memoria, sulla forza, sull’identità.
Fino al 29 settembre, le sale di Palazzo Mazzetti ospitano una trentina di opere realizzate negli ultimi dieci anni. Ad esporre è un artista astigiano, Mario Perosino, che raccontano la sua lunga carriera. Le protagoniste dei dipinti sono muse dallo sguardo assorto e guerrieri malinconici, creature che sembrano appartenere a un tempo sospeso, tra memoria e visione. L’esposizione alterna dipinti e figure dal forte impatto simbolico: la presenza delle muse suggerisce ispirazione, ma anche distanza; i guerrieri, invece, sembrano testimoni di battaglie interiori più che epiche. Ogni opera si offre come specchio, invitando l’osservatore a sostare, a interrogarsi.
L’allestimento punta a creare un dialogo tra le due dimensioni, mettendo in scena un dualismo profondo: la leggerezza del sogno e il peso del ricordo. Non mancano citazioni ai miti classici, ma tutto è filtrato da una sensibilità moderna e vibrante. La mostra è inclusa nel biglietto del museo ed è visitabile dal martedì alla domenica. Un’occasione per immergersi in un racconto visivo denso di bellezza e inquietudine.
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