Asti punta al Distretto del Commercio

Il progetto intende rilanciare e riattivare un tessuto urbano fortemente colpito dall’emergenza sanitaria

Il Distretto del Commercio di Asti è stato presentato in una conferenza online in cui hanno preso la parola il sindaco Maurizio Rasero, il vicesindaco e assessore al Commercio Marcello Coppo, il presidente dell’Ascom Aldo Pia, il direttore Ascom Confcommercio Claudio Bruno e l’ing. Giovanni Fontana.

Un progetto avviato nel 2018 grazie ad Ascom Confcommercio che, in sinergia con l’Amministrazione comunale di Asti, permette di partecipare al bando della Regione Piemonte (pubblicato con la determina dirigenziale numero 396 del 2020).

Il bando prevede proprio un primo sviluppo dei distretti del commercio: nel dettaglio,  fino al 31 marzo possono partecipare tutti i comuni piemontesi, presentandosi come distretti diffusi (riguardano più comuni) o distretti urbani (il caso della città di Asti), che riguardano un solo territorio comunale.

Entro tale data bisognerà documentare esattamente cosa si intende fare per sviluppare e per iniziare a costituire il distretto del commercio. Sono fondamentali le manifestazioni di interesse, vale a dire tutti i soggetti che devono essere coinvolti e che vogliono mettersi in gioco per quella che è la pratica di distretto del commercio. In seguito, la Regione Piemonte si prenderà 90 giorni per valutare e decidere quali richieste supportare.

Su cosa si basa la valutazione

Come anticipato sulle manifestazioni di interesse, sia dei partner stabili sia dei soggetti interessati, quindi diventa molto importante il ruolo dell’Amministrazione comunale. E poi c’è anche da redigere una relazione sintetica di fattibilità, che farà emergere le basi su cui verrà costituito poi il distretto. Un insieme di obiettivi e finalità che tutti assieme i soggetti interessati vorranno raggiungere. Si documenterà anche su come si intendono gestire le risorse di avvio del distretto da giugno a ottobre.

“Se da qua al 31 marzo dovremmo iniziare a raccogliere le manifestazioni d’interesse e cominciare  a definire quelle che possono essere le macrostrategie del distretto – ha spiegato Fontana – per il periodo da giugno a ottobre bisognerà inserire in un elenco molto chiaro quali sono le operazioni che il distretto vuole mettere in campo quando ci saranno le risorse”.

Le ricadute sul territorio

Dipende da progetto strategico che si vorrà mettere in campo, oltre che dal percorso di condivisione e di progettualità che si verranno a raccogliere nel periodo tra giugno e ottobre.

Si può pensare al rilancio di nuove aperture o all’uso temporaneo di spazi sfitti. Si può puntare anche su eventi e manifestazioni nel periodo post-emergenziale, rilanciando l’identità territoriale.  Il distretto può anche mettere in campo itinerari per richiamare persone da altre regioni, rendendo attraenti le attività economiche, commerciali e artigianali con le peculiarità storico artistiche culturali oltre che paesaggistiche. Il tutto in un territorio che si racconta, che cresce e che vuole ripartire con una marcia in più.

“Il distretto del commercio, in sostanza, è una cassetta degli attrezzi condivisa con tutti i partner  che vogliono puntare a rilanciare e riattivare un tessuto urbano fortemente colpito dall’emergenza sanitaria”, ha concluso Giovanni Fontana.

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