Asti dichiara guerra ai piccioni: scatta il piano di abbattimento controllato

Piccioni all'aperto

Piccioni all'aperto (canva) dentrolanotiziabreak.it

Troppi piccioni e rischi sanitari ad Asti: la Provincia autorizza un piano di abbattimento con regole severe.

Nella città di Asti il problema dei piccioni è diventato insostenibile, sia per la quantità di esemplari presenti che per i rischi sanitari.

Le autorità locali hanno deciso di intervenire con un piano di abbattimento controllato, suscitando reazioni contrastanti.

Tra motivazioni di salute pubblica e polemiche politiche, la decisione divide cittadini e ambientalisti.

Ecco cosa prevede la nuova strategia e perché è stata ritenuta necessaria.

Rischi per la salute pubblica

Dietro la scelta di ricorrere all’abbattimento non c’è solo la volontà di ripulire le facciate degli edifici. Gli escrementi dei piccioni, acidi e corrosivi, non solo rovinano monumenti e tetti, ma possono contenere agenti patogeni pericolosi per l’uomo. Malattie come criptococcosi, salmonellosi e psittacosi rappresentano una minaccia soprattutto per anziani, bambini e persone con difese immunitarie ridotte.

Inoltre, l’inalazione di polveri contaminati può provocare problemi respiratori e allergie, mentre la presenza massiccia di piccioni favorisce l’arrivo di altri infestanti come ratti e insetti. La situazione, spiegano gli esperti, non è più gestibile solo con misure preventive: serve un’azione diretta e mirata per riportare sotto controllo la popolazione di volatili.

Piccione sul davanzale
Piccione sul davanzale (Canva) dentronotiziebreak.it

Situazione e piano di intervento

Secondo i dati della Provincia, nella zona di Asti si registra una densità impressionante: fino a 14.000 piccioni per chilometro quadrato. Le concentrazioni maggiori si trovano a Castelnuovo Don Bosco (10.000 esemplari), Isola d’Asti (quasi 3.000) e Nizza Monferrato (1.900). Per arginare l’emergenza, la Provincia ha dato il via libera a un piano di abbattimento controllato.

Le regole sono chiare:

  • Interventi vietati nei centri abitati.
  • Ammessi solo agenti di vigilanza faunistica o persone con porto d’armi e patentino autorizzativo, ottenuto dopo un corso provinciale.
  • Monitoraggio costante da parte delle guardie venatorie per garantire la corretta esecuzione.

La decisione ha scatenato reazioni contrastanti: una parte della cittadinanza e del mondo politico vede nel provvedimento un atto necessario per la salute pubblica, mentre gli ambientalisti contestano la scelta, chiedendo soluzioni alternative e sostenendo che altre problematiche, come l’inquinamento e il traffico, meritino uguale attenzione.

La Provincia di Asti interviene contro l’emergenza piccioni con un piano di abbattimento controllato, motivato da rischi sanitari e degrado urbano. Una misura necessaria per alcuni, discutibile per altri, che divide opinione pubblica e politica locale. La situazione richiede un intervento rapido ed efficace per evitare conseguenze pericolose per la salute dei cittadini. Si attendono aggiornamenti e il via ai lavori.