Asti, corsi al completo per il piano anti-piccioni: boom di adesioni e nuove date in arrivo

Piano anti piccione

Piano anti piccioni (Canva) Dentrolanotiziabreak.it

Il piano anti-piccioni della provincia registra un successo inaspettato: corsi esauriti in poche ore e nuove date già programmate.

Il problema dei piccioni continua a pesare sulle città, tra igiene compromessa e danni al patrimonio.

Ma quando le soluzioni alternative falliscono, quale strada resta da percorrere?

A volte le amministrazioni decidono di agire in modo diretto, coinvolgendo cittadini e operatori.

E la risposta può essere sorprendente. Ecco cosa sta succedendo in Piemonte per mantenere il controllo sulla diffusione dei piccioni.

Un piano che divide ma riscuote interesse

Il contenimento dei piccioni è un tema che negli ultimi anni ha acceso il dibattito pubblico. Da un lato c’è la preoccupazione per l’igiene urbana, i danni agli edifici e all’agricoltura, dall’altro le proteste di chi considera inaccettabili certe misure drastiche. A rendere la questione ancora più complessa, il fatto che soluzioni più leggere – come falchi addestrati, sistemi acustici o dispositivi di allontanamento – si siano spesso rivelate inefficaci, lasciando intatto il problema.

La provincia piemontese ha deciso di puntare su un piano strutturato che prevede un percorso di formazione obbligatoria per chi intende partecipare alle attività di contenimento. Non si tratta quindi di interventi improvvisati, ma di azioni regolamentate e riservate a cittadini in possesso di autorizzazioni specifiche. L’obiettivo dichiarato è ridurre un fenomeno che negli anni è diventato ingestibile, salvaguardando al tempo stesso la sicurezza.

Piccione sul davanzale
Piccione sulla finestra (Canva) Dentrolanotiziabreak.it

Corsi esauriti e nuove date già fissate

L’interesse suscitato dall’iniziativa è andato oltre le aspettative: in poche ore i posti disponibili per il primo corso sono stati esauriti. Questo risultato ha spinto l’amministrazione a programmare subito nuove sessioni, la prima già nei prossimi giorni e un’altra entro fine mese. Le iscrizioni vengono raccolte attraverso un indirizzo ufficiale, segno di un’organizzazione attenta e capillare. Il piano stabilisce regole precise: l’utilizzo delle armi è consentito soltanto in campagna, lontano dai centri abitati e a debita distanza dalle abitazioni. Nelle aree urbane, invece, l’intervento avviene tramite gabbie di cattura. Una distinzione pensata per garantire la massima sicurezza, rispondendo così alle critiche di chi teme un approccio caotico.

Nonostante le proteste di associazioni animaliste, che annunciano mobilitazioni e possibili ricorsi, la provincia conferma la volontà di proseguire. La questione, infatti, non riguarda solo la tutela del decoro ma anche la salute pubblica, visto che i piccioni possono trasmettere malattie e danneggiare seriamente strutture pubbliche e private. Il successo riscosso dal piano ha destato l’interesse anche di altre realtà italiane, intenzionate a replicarne il modello. Un segnale che la strategia adottata non è vista come un’azione isolata, ma come una possibile risposta concreta a un problema diffuso a livello nazionale e internazionale.