Conto alla rovescia in Piemonte. I dati dei contagi continuano a scendere, per questo da domenica 13 dicembre si passa in zona gialla. La popolazione potrà tornare a spostarsi non solo tra singoli comuni, ma anche passare da una regione all’altra. Ci si potrà liberamente muovere tra le aree di questo colore dalle 5 senza autocertificazione, ma restano vietati gli spostamenti dalle 22 alle 5, salvo quelli dovuti a esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
Il Piemonte è diventato zona rossa il 6 novembre, per poi passare a zona arancione dal 29 novembre. Domenica saranno dunque passati 14 giorni dal precedente “cambio di colore” e, quindi, grazie al calo dei contagi, la nostra regione passerà in zona gialla, come anticipato ieri sera al governatore Cirio il ministro della salute, Roberto Speranza. “Ho appena ricevuto la telefonata del ministro della Salute Speranza – ha diffuso Cirio sui social – e confermo che da domenica 13 dicembre il Piemonte sarà in zona gialla. Si tratta di un risultato importante perché tante attività potranno ripartire, ma dobbiamo continuare a tenere alta l’attenzione in tutti i nostri comportamenti. Non possiamo vanificare i tanti sacrifici fatti finora”.
Tutti i negozi potranno riaprire. Tra le misure dell’ultimo Dpcm, c’è anche la possibilità di accogliere clienti fino alle 21. Sabato e domenica chiusi i centri commerciali ad eccezione di supermercati e alimentari, farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, tabacchi ed edicole.
Le modifiche più rilevanti riguardano il settore della ristorazione, che potrà nuovamente ospitare all’interno dei propri locali la clientela, seppur con limitazioni di numero e orari, dalle 5 alle 18. Il servizio di asporto è disponibile fino alle 22, mentre non ci sono limiti di orario per la consegna a domicilio.
E ancora, sarà possibile raggiungere la seconda casa, a patto che si trovi anch’essa in zona gialla.
Palestre, piscine, centri termali sono sospesi fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni essenziali di assistenza, attività riabilitative o terapeutiche, e per gli allenamenti degli atleti (professionisti e non) che devono partecipare a competizioni di rilevanza nazionale.
Non si alza ancora il sipario per musei, teatri e cinema.