I volontari del C.A.N. di Asti ritrovano gli autovelox divelti sulla tangenziale

Non si esclude che si possa risalire agli autori del fatto attraverso la memoria del software

ASTI – Domenica scorsa i volontari del Distaccamento astigiano del Corpo Ambientale Nazionale (C.A.N.) hanno svolto un servizio di perlustrazione contro il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti, in particolare sull’alveo del fiume Tanaro, al di sotto del cavalcavia della strada extraurbana direzione Alba-Cuneo. In passato, un analogo servizio aveva permesso di rinvenire anche della refurtiva e un autocarro risultato poi rubato.

Nel dettaglio, domenica scorsa i volontari hanno trovato altri rifiuti di ogni genere e carcasse di animali, ma non solo.

Successivamente, infatti, gli operanti hanno passato al setaccio l’area circostante e poco distante hanno rinvenuto quattro componenti di un apparato Autovelox, composto da due telecamere e processore a infrarossi, un software che rileva la velocità e fotografa le targhe dei veicoli.

Le apparecchiature sono state poi prelevate dalla Polizia Locale del Comune di Asti, a seguito dell’intervento richiesto dai volontari intervenuti del C.A.N. del distaccamento di Asti, al comando del M.llo S.re Aldo Pontarelli e il suo vice M.llo Massimiliano Di Scerni con la guardia Franco Torchio.

Gli sviluppi

In merito al ritrovamento delle apparecchiature autovelox lungo il Tanaro, il distaccamento di Asti del Corpo Ambientale Nazionale ha diffuso una nuova nota stampa.

Le apparecchiature autovelox da noi trovate, poi prelevate dalla polizia locale su nostra richiesta domenica scorsa, sono quelle che erano state divelte sulla tangenziale di Asti-Alba-Cuneo.

Poi in seguito agli accertamenti investigativi da parte del Corpo Ambientale Nazionale di Asti, mettendosi in contatto con la ditta costruttrice delle apparecchiature Autovelox rinvenute nel terrapieno del Tanaro, hanno riferito che le stesse erano state posizionate nel Comune di Asti, ed asportate senza sapere la loro fine. La ditta ha ringraziato i volontari operanti, in quanto sono apparecchiature sofisticatissime e molto costose. Non si esclude che si possa risalire attraverso la memoria del software agli autori del fatto”, spiegano dal Corpo Ambientale di Asti.

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