Una vendemmia più bassa nei numeri, ma di grande profilo qualitativo. È questa la stima a proposito dei vigneti del Monferrato, con uve sane e senza particolari criticità malgrado la gelata di aprile potesse incidere negativamente sull’equilibrio complessivo delle colture.
L’analisi del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato rileva uno stato sanitario delle uve molto soddisfacente, mentre ci si prepara a monitorare e osservare l’avanzamento dei lavori in cantina. Per ora i grappoli sani e con un bilanciamento ottimo tra acidità e tenore alcolico promettono belle sorprese. La consapevolezza dei produttori di avere a che fare con una risorsa come il vino del Monferrato, che si trasforma in uno dei vettori del made in Italy nel mondo, ha portato inoltre a intervenire per tempo sulle eventuali alterazioni delle uve, anche in quelle zone più colpite dalle brevi ma impattanti ondate di maltempo.
«Ottima qualità, gradazione buona, bucce delle uve spesse: sono questi i caratteri che spiccano dalla vendemmia di quest’anno – si evince dalle analisi del Consorzio – Anche dal punto di vista sanitario si evidenzia uno stato complessivo ottimale, mediando tra quei vigneti che hanno subito influenze climatiche negative, incluse in alcuni casi scottature da sole nei mesi estivi, e quelli che invece non hanno accusato problematiche di alcun genere».
Aggiunge Filippo Mobrici, Presidente Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato: «Una qualità eccellente che ci lascia prevedere un’evoluzione in cantina di alto livello, in linea con quella degli ultimi anni. Il grande caldo di quest’anno, però, ci mette in guardia sul futuro: stagione dopo stagione, i cambiamenti climatici sono sempre più percepibili, in particolare in agricoltura, e questo deve portarci a riflettere sul tema delle irrigazioni in vigna. Si tratta di una sfida importante che dovrà essere meditata e accolta dalle istituzioni. I rischi che le siccità possono generare su tutte le nostre colture sono allarmanti e, inoltre, diverse tendenze di mercato anticipano un consumo di vini dalla gradazione più contenuta. Si tratta insomma, per diversi motivi, di una questione di nodale importanza alla quale il mondo del vino piemontese e italiano dovrà guardare con attenzione».