In occasione della Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto, martedì si è svolto il sesto webinar (con oltre 100 partecipanti) all’interno del ciclo didattico #iorestoacasaEducational – il coraggio di conoscere / il bisogno di andare oltre, promosso dalla Rete ScuoleInsieme di Casale Monferrato e AFeVA in collaborazione con Ecofficina e l’Aula Amianto/Asbesto.
Il tema della video conferenza è stato: “Dall’emergenza amianto all’emergenza ambientale all’emergenza Covid-19: pensieri, progetti, parole per una ripartenza”.
Alla tavola rotonda virtuale, moderata da Silvana Mossano, hanno preso la parola vari relatori tra cui Giulia Di Leo, autrice del libro “Una storia lunga un’Eternit” (edito da ETICA Associazione Culturale).
La sinossi del libro
Nel 1982, il Procuratore della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, dispose un’indagine epidemiologica, eseguita dall’epidemiologo Benedetto Terracini, avendo notato il problema di un’esplosione di patologie da amianto a Casale, l’asbestosi e il mesotelioma.
La molla che aveva fatto scattare l’allarme in Raffaele Guariniello, da sempre impegnato nei procedimenti penali riguardanti infortuni sul lavoro, malattie professionali e tutela del consumatore, aveva in realtà origini lontane e risaliva al 1907.
Il 6 aprile 2009 si aprì il primo procedimento penale per disastro ambientale in Europa, il primo a comprendere un reato di omicidio colposo e l’omissione dolosa di cautele anti-infortunistiche. Fu definito il “processo dei record” quello contro Stephan Schmidheiny e Jean-Louis Marie de Cartier de Marchienne, il miliardario svizzero e il barone belga ex-dirigenti della multinazionale.
Il 13 febbraio 2012, la Corte condannò a sedici anni i due proprietari.
Nel giugno del 2013 termina anche il processo di secondo grado, che vede Stephan Schmidheiny, rimasto nel frattempo l’unico imputato, condannato a diciotto anni di carcere.
Poi tutto fu annullato dalla sentenza di prescrizione della Cassazione del 19 novembre 2014.
E a Casale continuava a rimanere la paura, dietro la polvere d’amianto c’erano tante vite, quelle spezzate, quelle traumatizzate, quelle che ancora lottano per una giustizia non ancora arrivata. Perché il mesotelioma ha colpito chiunque e la morte è sempre dietro l’angolo.
Il 14 gennaio 2020, l’udienza preliminare del processo Eternit Bis, per decidere se si potrà proseguire con l’accusa di omicidio volontario al magnate svizzero Stephan Schmidheiny, e non di omicidio colposo, ormai in prescrizione.
Il 24 gennaio 2020 è stata accolta la richiesta della Procura e Stephan Schmidheiny torna a processo, con l’accusa di omicidio volontario.
La prima udienza si svolgerà in Corte d’Assise a Novara il 27 novembre 2020.
Questo lavoro è dedicato alle vittime, ai parenti che le ricordano lottando ogni giorno, ai progressi medici, alla bonifica, alla ricerca scientifica.
Un libro sobrio, intenso, asciutto, che narra con lucidità e in uno stile quasi febbrile gli eventi, il contesto, la storia ma, soprattutto le vicende umane e personalissime di tutti: i morti e i vivi, i sopravvissuti, i medici, gli epidemiologi, le parti politiche e sindacali, e poi le paure e le ansie, il dolore e la rabbia, e le lotte.
Tutto per mezzo di interviste e testimonianze, tutto sul filo del rispetto per chi non ce l’ha fatta e per chi, ancora, continua a combattere affinché giustizia sia fatta.
Dice l’autrice: «Ho visto con i miei occhi e ho conosciuto. Ho ascoltato le storie e ho scritto. E non mi dimentico».
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