SAN DAMIANO – Non è la prima volta che il tenore Enrico Iviglia scende dal palcoscenico e incontra gli alunni delle classi terze per raccontare, sotto forma di conferenza decantata, i suoi sogni diventati realtà. Con il motto di “Crederci sempre, arrendersi mai“, ha trasmesso forza, determinazione, impegno e tanta passione, elementi fondamentali nel suo mestiere, raccontando ai ragazzi i momenti salienti della sua ventennale carriera, dagli inizi nella chiesa di Castell’Alfero, in seconda media, durante gli anni dell’adolescenza, fino ai debutti sui palcoscenici più importanti.
Il tenore ha raccontato ai ragazzi le difficoltà affrontate, come quando, da ragazzino, veniva additato dalla massa come persona “diversa” perché, per esempio, non praticava sport o non aveva passioni più consone per quell’età, ma amava cantare, ascoltare la musica classica ad alto volume e per questo gioire.
Ha dato ai ragazzi un orientamento, specialmente artistico, e ha fatto capire che di arte si può vivere.
Non sono mancati i coupé de théatre, raccontando la storia del Barbiere di Siviglia, coinvolgendo i professori di Scienze Motorie (Lorenzo Cirillo) ed Educazione Tecnica (Giancarlo Inguì), chiedendo loro di camuffarsi da Figaro, il factotum della città. Il teatro è vita, è cultura e si propaga: lo ha ribadito più volte. L’opera lirica è un’arte italiana trasmessa nel mondo e questo bisogna comunicarlo ai ragazzi.
E magari uno di loro un giorno, intraprendendo un percorso simile, potrà dire: Enrico Iviglia è stato un mio Maestro!