ASTI – Continua la rassegna “La grande Storia a Teatro”, ciclo di appuntamenti ideato dall’Assessore alla Cultura Gianfranco Imerito e dal giornalista Vanni Cornero, moderatore degli incontri. Dopo il successo delle prime due serate, dedicate rispettivamente alle Foibe e alla Massoneria con gli esperti Gianni Oliva e Aldo Alessandro Mola, mercoledì 20 marzo (ore 18 in Sala Pastrone) toccherà alla giornalista Alessandra Comazzi dialogare assieme a Imerito e Cornero sull’argomento del giorno: la televisione italiana. A sessantacinque anni dalla prima trasmissione, andata in onda il 3 gennaio 1954, il mondo è radicalmente cambiato. «La tv ha formato almeno due generazioni di italiani e il cambiamento ha interessato tanto i programmi quanto l’informazione – ha spiegato Cornero – Per esempio non esistevano dirette, sia per questioni tecniche sia per questioni politiche, poiché tutto doveva essere in qualche modo filtrato». Le cose sono arrivate per gradi, come la prima spettacolarizzazione del dramma con la morte del piccolo Alfredo Rampi, un episodio che commosse tutti gli italiani e portò sul luogo della tragedia anche il Presidente Sandro Pertini. Oppure i grandi casi politici, le vittorie sportive, gli spettacoli di varietà, i Festival di Sanremo: la televisione come un occhio che guardava il Paese e in qualche modo lo cambiava. La giornalista e scrittrice Alessandra Comazzi, per vent’anni responsabile del settore spettacoli de La Stampa, parlerà di tutto questo disegnando una linea invisibile tra cenni storici, aneddoti e racconti per festeggiare un compleanno importante, quello della televisione italiana appunto, che cambiando ha cambiato i suoi spettatori.