Alessandro Gazzera
Il 24 novembre 1991 si spegneva Freddie Mercury all’età di 45 anni. Una notizia che scosse il mondo che si ritrovò senza una delle sue voci più belle.
Nasce come Farrokh Bulsara da una famiglia di origine parsi a Zanzibar ed è un tranquillo giovane che vive l’Inghilterra degli anni ‘60 e la sua musica con curiosità. Il momento che gli cambia la vita arriva quando l’amico Tim Staffell, cantante degli Smile, gli presenta Brian May e Roger Taylor. Da quell’incontro nascono i Queen e con l’arrivo al basso di John Deacon la band è completa.
Successi e tanta voglia di cambiare la musica sfuggendo da quelle leggi del mercato che volevano il rock incastrato in solidi binari. Nascono capolavori come “Love of my life”, “Bohemian Rhapsody”, “Another one bites the dust” e “Somebody to love”.
Una vita sempre al massimo in bilico tra la figura di icona della musica e quella omosessualità che il mondo bacchettava come incomprensibile trasgressione. Solo pochi mesi prima della sua scomparsa ha lasciato al mondo, con i suoi Queen, l’album “Innuendo” con una sorta di testamento spirituale in “Show must go on”. La morte però è sembrata come una sorta di tappa di passaggio nella storia di un musicista che ha cambiato profondamente il mondo. Prima vittima illustre, nel mondo musicale, dell’AIDS è riuscito a influenzare non solo intere nuove generazioni di musicisti, ma anche a spazzare via quel muro che il mondo aveva eretto su una malattia che stava distruggendo troppe vite.
Il trionfo, più recente, del film “Bohemian Rhapsody” ha consegnato definitivamente al nuovo millennio Freddie e i Queen. La pellicola, in programma questa sera alle 21 su Rai 1, vede la straordinaria interpretazione di Rami Malek nel ruolo di Mercury e la talentuosa Lucy Boyton in quello di Mary Austin, il grande amore del frontman dei Queen. I due attori proprio su quel set si sono innamorati e non si sono più lasciati. Curioso pensare come anche nel 2018, data di uscita del film, Freddie Mercury riesca a mettere le sue mani anche sulla nascita di un nuovo amore. Le leggende però sono così: alla fine non muoiono mai veramente.
Finalmente un articolo profondo e diverso sull’argomento. Bravo a chi l’ha scritto!