Traffico e riciclaggio di oro, i Carabinieri di Asti smantellano un’organizzazione criminale

6 arresti in Italia e altri provvedimenti in Svizzera. Sotto sequestro 15 pistole, 37 chili di oro e 1 milione di euro in contanti
Da sinistra Vittorio Balbo, Pierantonio Breda e Alessio Gallucci

ASTI – Questa mattina nella sede di via delle Corse si è svolta la conferenza stampa tenuta dal Comandante provinciale Ten. Col. Pierantonio Breda, dal Comandante del Reparto Operativo Ten. Col. Vittorio Balbo e dal Maggiore Alessio Gallucci, Comandante del Nucleo Investigativo, per spiegare nel dettaglio l’operazione di caratura internazionale che ha permesso di arrestare 6 persone (4 in carcere e 2 ai domiciliari) gravemente indiziate di aver costruito un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di oro e preziosi, verosimilmente  proventi di furti commessi nel Nord Italia.

L’indagine, avviata nello scorso mese di settembre dai militari del Nucleo Investigativo, ha permesso di individuare i presunti vertici della filiera del riciclaggio all’estero di oro di provenienza illecita e di contestare l’associazione per delinquere nei confronti di questo gruppo di persone, in prevalenza soggetti appartenenti alla comunità sinti e dimoranti nelle province di Asti, Torino e Pavia, ritenute attive nella raccolta dai ricettatori di pietre preziose e gioielli che, una volta fusi in proprio in Italia allo scopo di trasformarli in lingotti più facilmente occultabili, venivano trasferiti illecitamente in Svizzera in accordo con due indagati residenti in territorio elvetico, i quali si adoperavano per la rivendita del metallo prezioso presso fonderie site in quello Stato estero.

Contemporaneamente alle catture sul territorio nazionale, la Polizia elvetica ha operato dei provvedimenti a cui hanno partecipato anche i militari del Comando Provinciale di Asti. L’A.G. italiana sta procedendo nell’iter di internazionalizzazione dei provvedimenti di cattura mediante l’emissione di mandato di arresto europeo nei loro confronti.

Un’operazione importante per tre motivi ha detto il Comandante Breda -. Il primo è che ha colpito una delle criticità principali del territorio, il filone dei delitti contro il patrimonio. Il secondo perché l’attività ha avuto risvolti internazionali, grazie alle cooperazioni possiamo dire che i confini non sono più un ostacolo al contrasto al crimine. Il terzo riguarda l’entità straordinaria di risorse sequestrate”.

Parliamo di flussi di oro (lingottini, gioielli e monete) per un centinaio di chili, con un valore stimabile di 5 milioni di euro, oltre 37 chili di oro, un milione di euro in contanti e 15 pistole funzionanti e recenti, di cui si sa già a chi furono rubate. Tutto sequestrato.

“Il valore aggiunto dell’attività è stata l’attivazione del canale di collaborazione internazionale e giudiziaria promossa dallo SCIP, Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia – ha aggiunto Breda -. Nel corso dell’indagine sono stati effettuati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo servizi di osservazione transfrontaliera in Svizzera, unitamente a personale della Polizia Cantonale del Ticino, a seguito dei quali l’A.G. elvetica ha avviato un procedimento penale connesso ai fatti contestati in Italia”.

Il Ten. Col. Vittorio Balbo ha sottolineato due aspetti fondamentali dell’operazione: “Non è facile rivendere tale quantità di oro, ma l’associazione avrebbe creato un sistema organizzativo tale che rendeva veloce la collocazione in Svizzera. Riuscivano a piazzare in fretta la merce rubata. Questo colpo inferto renderà molto più difficoltosa l’attività  del riciclaggio dell’oro. L’altro aspetto è il recupero di tantissimi gioielli che hanno una dedica incisa, fedi con data e i nomi, medaglie commemorative con nome e cognome e così via. Perciò il prossimo obiettivo è riconsegnare quanto più possibile ai legittimi proprietari.

Il Maggiore Alessio Gallucci ha aggiunto che “durante l’operazione di ieri, a cui ha collaborato anche il nucleo elicotteri di Volpiano, sono stati sequestrati al soggetto detentore delle armi anche 1500 proiettili di vario calibro, oltre a due motociclette e varie biciclette di valore ingente.

Tutto il materiale era occultato in vari depositi, riconducibili a una sola persona ma non intestati alla stessa. In particolare, i soldi e l’oro erano nascosti in un garage di San Giusto Canavese (TO) all’interno del bagagliaio di una vettura inutilizzata. Le pistole erano invece in un deposito nell’alessandrino”.  

Gli arrestati come anticipato si trovano in vari carceri e due ai domiciliari. “Tutti soggetti di mezza età assolutamente mimetici – ha aggiunto il Comandante Breda -. Nessuna  macchina vistosa,  nessun lusso ostentato, abbigliamento casual, nulla che desse nell’occhio”.

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