Il 12 marzo, alle 15, gli studenti di Asti e Canelli dell’Istituto Artom seguiranno online un incontro volto a sensibilizzare contro l’odio nelle sue molteplici declinazioni.
I relatori saranno Daniela Campasso, primo dirigente della Polizia di Stato e Gianluca Vesce, commissario capo della Polizia di Stato, dirigente Digos e vice capo di Gabinetto della Questura di Asti.
Dall’odio proprio verso le donne, che sfocia nei casi di femminicidio ma anche negli insulti pubblici come è successo recentemente a Liliana Segre e a Giorgia Meloni, alle molteplici declinazioni di esso che sono di influenza nei fattori sociali con particolare attenzione a quelli che più interessano la fascia giovanile presente alla lezione. Le informazioni e le riflessioni a cura del commissario Vesce saranno spunto di dibattito.
Campasso, alla guida della divisione Anticrimine, che da anni si occupa di violenza contro le donne, dedicherà la parte finale dell’intervento al fenomeno dell’ “odio verso le donne”, offrendo un taglio mirato ad informare circa i possibili contatti che potranno avvenire tra gli studenti e le Forze dell’Ordine per intervenire su casi concreti o, semplicemente, chiarendo quali contributi efficaci possano essere offerti da ciascuno di loro per contrastare il fenomeno della violenza di genere.
“Dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le pari opportunità, e dal Ministero dell’ Istruzione sono stati emessi bandi per progetti volti alla promozione delle pari opportunità nelle scuole di ogni ordine e grado – ricorda il dirigente Artom, Franco Calcagno – insieme all’inserimento della disciplina di Educazione civica sono strumenti che favoriscono una maggiore attenzione su questi temi. Il femminicidio, il rispetto della persona e il rispetto della vita devono diventare un Tabù così come descritto da numerosi autori in psicoanalisi. Siamo lontani da processi di questo tipo. La scuola può suggerire, proporre, stimolare attenzione, motivazione. Possiamo parlare e dibattere di regole, di sanzioni, di diritti e doveri, ma se manca la consapevolezza della responsabilità e del giusto/sbagliato il nostro lavoro è sterile. Solo un’azione corale della comunità educate potrà salvarci da questo ancestrale abominio. Noi, instancabilmente, continueremo a lavorarci“.
“Anche Asti non è esente da queste situazioni – continua Calcagno -. È di questa estate la notizia della concessione del permesso speciale di soggiorno ad una donna vittima di violenza domestica per consentire a lei e ai suoi bambini di intraprendere un percorso che li porterà a una vita più serena. Uno strumento normativo importante, a disposizione del Questore e a tutela delle donne che possono avere maggiori difficoltà a rapportarsi con chi può aiutarle e a denunciare, la cui conoscenza può essere utile ad altre donne che affrontano queste situazioni. Abbiamo letto quanto le denunce siano aumentate nel periodo di lock down con la convivenza forzata h24; non dimentichiamoci il numero nazionale 1522 per le segnalazioni ( e la relativa app) oltre alla presenza costante sul territorio delle nostre forze dell’ordine e dei centri antiviolenza che sono fondamentali in queste circostanze”.