La tecnologia, con tutti i suoi annessi e connessi, è un’arma potentissima e come tale andrebbe gestita. Il condizionale è d’obbligo considerando come, spesso, le infinite possibilità che ci offre finiscano per sovrastarci fino a sfociare quasi in comportamenti ossessivo-complusivi. E senza dimenticare che, pur fornendoci l’illusoria convinzione di abbattere le distanze spazio-temporali, spesso contribuiscono ad allontanarci da chi abbiamo intorno. A riprova di ciò, una recente indagine del sito skuola.net attesta che quasi 1 studente su 10 non partirà per la gita scolastica. Non per ragioni economiche, ma perché non vuole stare con i propri compagni di classe, preferendo isolarsi nei mondi virtuali dei social.
E non vale solo per questi studenti: quanti “amici” avete su Facebook? Quanti di loro sono tali anche nella vita reale? E tra questi ultimi, con quanti avete una frequentazione non sporadica? Non stupiscano, quindi, episodi di solitudine estrema come quello emerso pochi giorni fa a Valli di Pasubbio, in provincia di Vicenza. Dove il cadavere di un 42enne, deceduto da mesi per cause naturali, è stato scoperto solo quando l’ufficiale giudiziario è entrato nell’abitazione, destinata a finire all’asta. Era morto dalla scorsa estate, ma nessuno in questi mesi lo aveva cercato.