Social media e vino. Un connubio sempre più “persistente al palato”

Come viene percepito il rapporto tra vino e social nell’era digitale

Il nostro territorio, quello delle colline piemontesi, ha da sempre avuto una risorsa preziosa sulla quale fare affidamento: le vigne, le uve e i vini che vengono prodotti sono un baluardo della nostra economia. Ma, nell’era del digitale, i produttori riescono a sfruttare tutti i nuovi canali per raggiungere la fascia di domanda più ampia possibile?

Secondo i dati ISTAT sul consumo di vino 2017 (e degli anni precedenti), i trentenni di oggi che bevono vino sono il 55% della popolazione. Otto anni fa questi consumatori facevano parte della fascia di età 20-24 ed erano il 42% (fonte: ISTAT). Abbiamo quindi una curva dove, oltre naturalmente alla fase di raggiungimento della maggiore età, la penetrazione di consumo cresce in modo deciso soltanto fino a 30, poi qualche progresso fino ai 40 anni e poi tende ad arrestarsi. Possiamo notare, così, che stiamo parlando delle stesse fasce di età maggiormente presenti sui social!

Lo sguardo al consumo di vino tra i Millennials, a questo punto, ci fornisce indicazioni non indifferenti su come viene percepito il prodotto da un target strategico: come il resto del food and beverage, il vino è considerato un prodotto da consumare in un’occasione conviviale. La maggior parte dei consumatori sceglie il vino in base a esperienze pregresse, dimostrando fedeltà a ciò che gli è piaciuto. Chi acquista vini di uno particolare vigneto o di un’area geografica specifica per la prima volta, invece, si basa sul consiglio di diversi “influencer”, che siano gli amici, il personale dell’enoteca di fiducia o qualche personaggio famoso che si mostra intento a consumare uno specifico prodotto.

Facendo un passo indietro, dobbiamo capire qual è, però, il quadro italiano quanto a vino e social media.  La quinta edizione della ricerca Fleishman Hillard-Omnicom PR Group Italia sulla presenza on line delle aziende vinicole italiane, ricerca che tiene conto di cosa fanno in Rete le prime trentatré etichette per fatturato, ci offre un’ampia veduta generale della situazione attuale.

L’investimento in social media marketing è aumentato. Il risultato più evidente è una crescita di oltre il 650% della fanbase su Facebook delle più importanti etichette di vino italiane: i 25 più grandi produttori di vino italiani hanno oggi, in totale, oltre 3,3 milioni di like alle pagine Facebook, quando alla prima edizione dello studio ne avevano appena 440 mila. Ventuno aziende su 33 hanno, oggi, una pagina ufficiale e il 72% di queste sono aggiornate almeno su base settimanale. Seguono in maniera meno consistente You Tube e Twitter, che registra una crisi generale. Il ruolo predominante lo gioca però Instagram: nel 2014, infatti, i canali delle più importanti aziende vitivinicole italiane avevano, in totale, poco più di 700 follower; oggi sono diventati oltre 63 mila (facendo registrare, quindi, un +8354%) ed è facile immaginare che ciò abbia a che vedere con l’opportunità di uno storytelling spiccatamente visivo e particolarmente adatto a un prodotto che, oltre che un piacere per il palato, risulta un trend, una moda da vivere e raccontare.

Non rimane, a questo punto, che stabilire delle strategie mirate per questi nuovi canali…

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