Non esiste ad oggi un vaccino ma è invece disponibile una terapia efficace, purché adottata tempestivamente. La prevenzione costituisce per questo un elemento fondamentale: è partita in questi giorni nell’Asl AT una campagna straordinaria di screening gratuito sulla popolazione, secondo le indicazioni del Ministero della Salute e della Regione Piemonte.
Lo screening è rivolto alle persone nate fra il 1969 e il 1989 e nella nostra azienda sanitaria riguarda circa 52mila cittadini. Avviene su base volontaria, non necessita di prescrizione medica né del pagamento di un ticket. Si può effettuare in due modi, attraverso normale prelievo di sangue o attraverso pungidito (test capillare rapido, con esito in 20 minuti). Se l’esame ha esito positivo, viene avviato un approfondimento diagnostico e, in caso di conferma del risultato, attivato un percorso di presa in carico per il paziente.
Come partecipare allo screening:
– ad accesso diretto presso i punti prelievo di Asti, Castello d’Annone, Cocconato, Montegrosso, Nizza, Canelli, San Damiano, Villafranca e Villanova (negli orari previsti), richiedendo di eseguire il test di screening HCV, anche in occasione di un prelievo effettuato per altre motivazioni;
– prenotando sul sito https://sansol.isan.csi.it/la-mia-salute/prenotazioni-visite-ed-esami/#/ nella sezione “Eliminacode”: selezionare ELIMINACODE SCREENING HCV 1° PRELIEVO (HCV REFLEX) per effettuare il prelievo venoso (nei punti prelievo territoriali), ELIMINACODE TEST CAPILLARE PUNGIDITO (SCREENING HCV) per effettuare il test capillare rapido (solo ad Asti presso il Don Bosco);
– prenotando tramite CUP telefonico regionale al numero verde 800.000.500, attivo tutti i giorni dal lunedì alla domenica (escluse le festività nazionali) dalle 8 alle 20.
L’infezione da HCV si trasmette prevalentemente attraverso il sangue di una persona infetta, anche in piccolissime quantità (ad esempio, entrando in contatto con tagli e ferite, scambiando oggetti per la cura personale), meno frequentemente la trasmissione avviene attraverso rapporti sessuali non protetti oppure dalla madre al figlio durante la gravidanza o il parto.
Negli ultimi anni, grazie alla disponibilità di nuovi farmaci, sono stati fatti notevoli progressi nell’ambito del trattamento dell’epatite C: nel 95% dei casi è possibile eliminare definitivamente l’infezione. Tuttavia, se questa non viene diagnostica o trattata, in 7 pazienti su 10 diventa cronica e, nel 20-30% di questi casi, nell’arco di 20 anni o più conduce allo sviluppo di cirrosi, una condizione degenerativa del fegato che si complica con insufficienza d’organo e può anche portare al tumore del fegato.