ROMA – È stata inaugurata pochi giorni fa nella capitale la mostra “1849-1871. Ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione”, promossa dalla Comunità ebraica di Roma e dalla Fondazione per il Museo Ebraico in occasione dei 150 anni dalla proclamazione di Roma Capitale del Regno d’Italia, e rimarrà aperta al pubblico fino al 27 maggio 2022.
L’esposizione al Museo ebraico di Roma, curata da Francesco Leone e Giorgia Calo, attinge dai prestiti dei più importanti musei italiani del Risorgimento e di collezioni private, con lo scopo di far conoscere e raccontare l’impegno degli ebrei nel periodo del Risorgimento. Prima di tale periodo storico gli ebrei erano considerati del tutto estranei ai valori nazionali e per questo esclusi dalla società e dal servizio militare.
Il sindaco Maurizio Rasero e l’assessore alla Cultura Gianfranco Imerito si dichiarano soddisfatti e onorati di aver contribuito alla realizzazione di un evento culturale così importante, con la concessione del prestito di due quadri raffiguranti le Battaglie Risorgimentali (Battaglia di San Martino e Il Passaggio del Ticino, di Raffaele Pontremoli, pittore-soldato del Risorgimento) e della Divisa di Ambasciatore del Regno d’Italia di Isacco Artom, segretario personale di Cavour, opere e cimeli che fanno parte delle collezioni del Civico Museo del Risorgimento di Asti.
Fa da sfondo alla vetrina che ospita la divisa di Isacco Artom, la gigantografia dello scalone di Palazzo Ottolenghi: un omaggio alla città di Asti e al suo patrimonio storico-artistico-architettonico veramente notevole.
È al Conte Leonetto Ottolenghi, esponente di una influente famiglia ebraica astigiana, che si deve l’idea e la realizzazione del nucleo originario della civica collezione risorgimentale.
I quadri e i cimeli sono stati accompagnati a Roma da Roberto Nivolo, Conservatore del Museo del Risorgimento.