Il piano Fitto-Meloni di rinegoziazione del Pnrr prevede di definanziare, totalmente o parzialmente, dal Pnrr, misure per un ammontare complessivo di 15,9 miliardi di euro. Misure che, secondo le intenzioni, si salveranno solo se si troveranno altre forme di finanziamento.
“In particolare – spiegano a nome del Gruppo regionale Pd il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele Valle e il consigliere regionale Maurizio Marello – si andrebbero a ‘tagliare’ 6 miliardi di interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni, 3 miliardi e 300 milioni di investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale; 1 miliardo e 287 milioni euro destinati alle misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrologico. Il Piemonte risulta essere tra le Regioni più penalizzate, con oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro di definanziamenti”.
A causa della rinegoziazione dei fondi del PNRR che sta portando avanti il governo Meloni, sono 43 i progetti a rischio ad Asti, Canelli, Moncalvo, Nizza Monferrato e San Damiano d’Asti per 28,5 milioni di euro.
Per la sola Provincia di Asti parliamo di 817 progetti per un importo di 251 milioni.
Nelle prossime settimane molte amministrazioni locali potrebbero scoprire di avere a bilancio soldi per interventi del PNRR, che invece non ci sono più.
Il presidente dell’ANCI Antonio DeCaro ha commentato così: “Della proposta di definanziamento da parte del governo non si capisce la ragione. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità”.
Prendendo in considerazione i Comuni di Asti, Canelli, Moncalvo, Nizza Monferrato e San Damiano d’Asti, il definanziamento verrebbe a interessare ben 43 progetti per un importo di 28,5 milioni di euro.
Tra i più significativi interventi a rischio:
- ASTI: ristrutturazione, riqualificazione energetica, messa in sicurezza e abbattimento barriere architettoniche Scuola Laiolo: 440.000;
- ASTI: Riqualificazione energetica, messa in sicurezza sismica e abbattimento barriere architettoniche Scuola dell’infanzia Santa Caterina: 424.000;
- ASTI: Realizzazione nuova passerella pedonale di Corso Savona: 000;
- ASTI: Intervento di manutenzione straordinaria del Cavalcavia/Cavalcaferrovia Giolitti: 000;
- CANELLI: Intervento di risanamento conservativo ed efficientamento energetico Istituto Comprensivo di Canelli, Piazza della Repubblica; 000;
- MONCALVO Consolidamento del movimento franoso, messa in sicurezza e ricostruzione della porzione crollata del muro di sostegno del complesso Chiesa di San Francesco, oratorio e parco della rimembranza: 780.000;
- NIZZA MONFERRATO: Transizione ecologica mediante l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile in diversi immobili comunali: 900.000;
- SAN DAMIANO D’ASTI: Interventi di mitigazione delle problematiche geomorfologicoidrauliche gravanti la viabilità: 658 000.
«Mentre rischiano di venire sacrificati progetti importanti che i nostri Comuni contavano di realizzare con i fondi PNRR e che in molti casi sono già in stato avanzato di realizzazione, il Presidente Cirio è silente – aggiungono Valle e Marello -. Non una parola di preoccupazione né l’annuncio di un’iniziativa. Perché Cirio non si fa sentire? È d’accordo che vengano definanziate opere in Piemonte per 2 miliardi di euro, tra le più utili alla cittadinanza? Perché far saltare anche progetti che non sono in ritardo sui tempi di realizzazione? Un’amministrazione corretta dovrebbe togliere i fondi a chi è in ritardo, non ai Comuni virtuosi piemontesi. E non ci si nasconda dietro alla proposta di Fitto di utilizzare i fondi di Coesione europei per tappare il buco: intanto, perché l’80% sono destinati al Sud e per il Nord Italia non c’è capienza; inoltre se si utilizzano altri fondi europei per pagare i progetti del PNRR, non resterà più nulla da impiegare per le altre progettualità. Peraltro, la Presidente Meloni e il ministro Fitto nei loro interventi al Festival delle Regioni non hanno fugato dubbi e incertezze. Mentre il caro-inflazione sta mettendo in forse la realizzazione di tante case ed ospedali di comunità, ecco che nuove criticità stanno per esplodere sui vari territori. La Regione Piemonte non può prendere ancora tempo e osservare passivamente tutto ciò».
«Il definanziamento richiesto dal Governo Meloni e avallato dalla Giunta Cirio va a sommarsi alla nefasta decisione presa dalla Giunta comunale di Asti nel dicembre scorso di rinunciare a 12 millioni di euro per la messa in sicurezza delle scuole per l’incapacità di trovare soluzioni progettuali adeguate – aggiungono i consiglieri comunali Pd Maria Ferlisi, Michele Miravalle, Luciano Sutera e Roberto Vercelli –Insomma, già ad Asti eravamo stati molto bravi a definanziarci da soli i fondi PNRR e ora ecco arriva pure la richiesta del Governo».