La nota relativa il tavolo di lavoro inerente la legge regionale che regolamenta il gioco d’azzardo – che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sindaco di Asti Maurizio Rasero, che ne aveva sollecitato la convocazione – ha suscitato una risposta di Clemente Elis Aceto, Ricccardo Fassone, Enrico Panirossi (tutti e tre ex consiglieri comunali) e del ricercatore Michele Miravalle.
La riportiamo integralmente di seguito.
Quanto è complesso trovare chiese, bancomat e scuole sulla mappa della città? Per il sindaco Rasero si tratta di un compito “gravoso”. Lo leggiamo in una nota da cui emergono tutti i suoi dubbi sulla legge regionale 9/2016, che tra le altre cose fissa distanze minime tra luoghi sensibili e macchine per il gioco d’azzardo. Ma come, caro Sindaco, Lei non conosce la città che amministra?
Se il problema è procedere alla mappatura, segnaliamo l’esistenza di strumenti semplici e gratuiti come Google Maps, grazie ai quali in mezza giornata è possibile stilare un elenco dei luoghi e delle distanze. Il dubbio però è che Maurizio Rasero voglia semplicemente accampare scuse pur di non far nulla per combattere la piaga del gioco d’azzardo: “per certi versi rappresenta un problema sociale”, ha detto, forse ignorando che ogni anno gli italiani buttano dieci miliardi e mezzo in slot machine e videolottery.
Se davvero l’ostacolo è la mappatura dei luoghi sensibili, il Comune la affidi alla Consulta sul gioco d’azzardo che era stata costituita dalla precedente Amministrazione, e che non è mai più stata convocata. Quanto all’efficacia delle norme di contrasto al gioco d’azzardo, riportiamo i risultati pubblicati dall’Asl per l’area ovest della provincia di Torino, il territorio in Italia dove è stato emesso il maggior numero di ordinanze per la limitazione degli orari di funzionamento degli apparecchi di gioco.
Il dipartimento Patologia delle dipendenze ha indicato come la spesa in gioco d’azzardo sia calata del 22% rispetto all’anno precedente; facendo riferimento soltanto ai 12 comuni più popolosi dell’area, si parla di oltre 12 milioni di euro, tutti rimasti nelle tasche dei giocatori. È tempo che il sindaco dica chiaramente da che parte vuole stare. Ci auguriamo che scelga di stare dalla parte della legalità, del contrasto alla povertà e della tutela della salute degli Astigiani.