PIEMONTE – La Regione, con la votazione all’unanimità di questa mattina in Consiglio Regionale, su proposta dell’assessore regionale alla Famiglia con delega ai Minori, Chiara Caucino, ha dato il via libera alla legge che favorisce e promuove la diffusione dei Consigli Comunali dei Ragazzi nei Comuni piemontesi.
In questo modo l’Ente riconosce il ruolo dei Consigli Comunali dei Ragazzi come strumento di cittadinanza attiva, educazione civica, conoscenza delle risorse del territorio e partecipazione istituzionale delle giovani generazioni alla vita politica e amministrativa delle comunità locali.
L’istituzione dei Consigli Comunali dei Ragazzi è applicabile al governo di tutte le comunità, grandi o piccole, urbane o extra urbane, nelle quali sono presenti i bambini: si tratta di un progetto rivolto a tutti i ragazzi, a partire dalla terza classe della scuola primaria fino alla terza classe della scuola secondaria di primo grado.
Il Consiglio è istituito dal Comune in forma singola o associata e rappresenta tutti gli studenti delle scuole: ascolta e accoglie le esigenze dei ragazzi facendosi portavoce presso le autorità comunali delle loro istanze con facoltà di poter formulare anche proposte proprie. Ogni Comune, con apposito provvedimento, disciplina il proprio Consiglio sulla base delle proprie caratteristiche e dimensioni territoriali e del numero di abitanti.
Ma come funzioneranno nel concreto, queste assemblee «giovanili»?
Innanzitutto il Consiglio comunale dei ragazzi parteciperà attivamente all’attività amministrativa locale ed esprimerà pareri, seppur non vincolanti, circa gli atti adottati dal Comune o dall’unione dei Comuni. Inoltre promuoverà l’informazione rivolta ai ragazzi relativa all’attività svolta ed esercita ogni ulteriore funzione secondo quanto previsto dalla specifica disciplina di ciascun Comune.
Non solo: la Regione favorirà e sosterrà le iniziative volte a creare momenti di incontro e confronto tra i Consigli comunali dei ragazzi costituiti, anche attraverso la creazione della Rete regionale dei Consigli e l’istituzione del suo coordinamento e ne promuoverà l’istituzione.
I compiti della Rete sono quelli di censire i Consigli in un Registro ufficiale regionale, svolgere attività di supporto informativo ai Consigli stessi e promuovere iniziative periodiche di raccordo e confronto tra i vari soggetti costituiti nei diversi Comuni.
Di fondamentale importanza è anche l’istituzione della Giornata regionale dei Consigli comunali dei ragazzi che cadrà il 4 dicembre di ogni anno, nel corso della quale i Comuni condivideranno con la comunità regionale le pratiche messe in atto dai rispettivi Consigli. La Giornata regionale sarà realizzata in forma itinerante sul territorio regionale. L’Ente si impegna a sostenere economicamente l’organizzazione della giornata e con successivo provvedimento della Giunta regionale saranno definite le modalità relative allo svolgimento e all’organizzazione di tale evento, che prevederà anche momenti di premiazione delle iniziative più lodevoli, originali e significative.
Per la realizzazione della legge sono stati stanziati 25mila euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2023, 2024 e 2025, per un totale di 75mila euro in tre anni.
«Innanzitutto – spiega Caucino – ringrazio tutto il Consiglio per aver approvato all’unanimità questa legge, che ritengo di fondamentale importanza per i giovani piemontesi, troppo spesso tenuti lontani da quella che è la vita politica e le scelte che andranno a incidere sul loro futuro». Per Caucino, «nostro obiettivo è sensibilizzare i giovani, fin dall’età più tenera, all’importanza dei principi di democrazia, partecipazione legalità, rispetto, cura, per avvicinarli alle istituzioni evitando che questi ultimi non si sentano parte integrante del processo politico e decisionale». «In Piemonte – ricorda Caucino – esistono già circa 200 Consigli comunali dei ragazzi, istituiti su iniziativa dei singoli Comuni. Ora se ne costituiranno di nuovi e, con la nuova Rete, le loro potenzialità verranno decuplicate, con tutte le conseguenze positive del caso. Perché è nostro dovere non solo educare i figli, ma soprattuto ascoltarli. E questa legge va proprio in questa direzione».