Quarant’anni fa l’uccisione di Fiorentino Manganiello, Agente in servizio alla Polizia Postale di Asti

Morì a soli 23 anni a seguito di una rapina a mano armata. Deposta una composizione floreale nella sede di corso Dante

ASTI – Oggi 15 novembre ricorre il 40° anniversario del decesso dell’Agente della Polizia di Stato Fiorentino Manganiello, vittima del dovere, avvenuto nel 1983 a seguito di una rapina a mano armata nell’Ufficio delle Poste di corso Dante.

Nel ricordo sempre vivo dell’Agente, allora poco più che ventenne, alla sede centrale di Poste Italiane, in corso Dante (dove si trova una targa commemorativa dell’evento delittuoso), questa mattina il Prefetto Ventrice, i colleghi in servizio e della Sezione Anps, il Questore Marina Di Donato e Marinella Lepre, vedova Manganiello, hanno deposto una composizione floreale per conto del sig. Capo della Polizia.

I fatti del 15 novembre di 40 anni fa

Fiorentino Manganiello, in servizio alla Polizia Postale di Asti, stava scortando all’interno dell’edificio delle Poste di Asti il vice cassiere dell’Ufficio che, insieme ad un commesso, aveva prelevato nella vicina sede della Banca d’Italia quattrocento milioni di lire in contanti.

Un servizio di routine, che l’Agente Manganiello aveva effettuato decine di volte, ma quel giorno si sarebbe rivelato diverso. Mentre Manganiello e i due funzionari salivano le scale che li avrebbe portati negli Uffici, un uomo col casco si avvicinò al poliziotto, gli puntò la pistola al volto e strappando di mano la valigetta col danaro a uno dei due funzionari, si diede alla fuga. Manganiello fu il primo a riprendersi dalla sorpresa: inseguì il malvivente intimandogli prontamente l’ALT, ma il rapinatore fu più veloce e sparò per primo, colpendo alla gola il giovane poliziotto, di soli 23 anni, uccidendolo all’istante. L’assassino fuggì a bordo di una moto di grossa cilindrata dileguandosi nel nulla. Fiorentino Manganiello lasciò la giovane sposa, di appena 19 anni, in uno straziante dolore.

Dicono dalla polizia: “Il triste interrogativo sull’omicidio dell’Agente Manganiello Fiorentino è un’amarezza che ancora oggi resta perché la Giustizia, con la G maiuscola, in questo caso non ha consentito di individuare i colpevoli. Il suo atto però non è stato vano, perché la sua memoria ci sprona a svolgere sempre meglio la nostra opera in favore della comunità”.

 

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