Princess Okokon, è la vincitrice del Premio per la Pace di Ypres 2023

Ex vittima di tratta che oggi aiuta le donne in Italia e in Nigeria, Okokon è cofondatrice della onlus astigiana PIAM

Princess Okokon, cofondatrice della onlus astigiana PIAM che da vent’anni si batte contro la tratta e per l’emancipazione delle vittime, ha vinto l’edizione 2023 del prestigioso Premio per la Pace della città di Ypres, uno dei principali riconoscimenti al mondo in campo umanitario.

Ha incontrato per una settimana comunità e giovani della città raccontando la sua storia, ha incontrato il Primo Ministro belga Alexander De Croo, ed è stata premiata sabato 11 novembre, anniversario dell’armistizio che nel 1918 pose fine alla Prima Guerra Mondiale: conflitto del quale Ypres è un simbolo – fu teatro di alcune delle battaglie più cruente della guerra e fu totalmente distrutta e poi ricostruita – e motivo del suo impegno oggi in favore della pace.

Selezionata da una giuria di esperti insieme ad altre 5 candidature, Princess Okokon è stata scelta per la sua storia di vittima di tratta che è riuscita ad emanciparsi e aiutare a sua volta altre donne a farlo: cresciuta in Nigeria, dove era cuoca, fu convinta da una donna con l’inganno ad approdare in Europa, dove però fu venduta per 13 mila dollari e si trovò costretta a prostituirsi per ripagare un debito di 50 mila dollari.  “Ma è riuscita ad emanciparsi – le motivazioni del premio – E ad avviare un’organizzazione per sostenere le donne e le ragazze vittime della tratta di esseri umani come lei, in Italia e in Nigeria”.

È grazie alla passione e al lavoro di Princess Okokon e di Alberto Mossino che 23 anni fa è nata ad Asti PIAM Onlus, Progetto Integrazione Accoglienza Migranti, diventata una delle realtà più attive in Italia nel campo del contrasto alla tratta, che ha accolto negli anni oltre 1200 persone. Nel 2020 Okokon ha fondato anche un’attività in Nigeria, The Liberated Women, progetto per supportare le donne con finanziamenti per avviare attività, condurre una vita indipendente, pagare la scuola per i figli, cercando di impedire che cadano nelle mani dei trafficanti.

 

Il Premio per la Pace della città di Ypres

Ypres, nota appunto come teatro di alcune delle battaglie più cruente della Prima Guerra Mondiale, vide perdere la vita a 300 mila soldati alleati e 200 mila tedeschi e fu totalmente rasa al suolo. Oggi è uno dei centri più attivi al mondo per la promozione della cultura della pace, un tema più attuale che mai, tra conflitti come quello in Ucraina e in Palestina che continuano a uccidere e tengono il mondo con il fiato sospeso.

L’impegno di Ypres ha portato all’istituzione di un Fondo per la Pace, che sostiene progetti del territorio, e grazie al fondo viene assegnato ogni 3 anni il Premio per la Pace: un percorso lungo anni tra candidature e votazioni, che ha l’obiettivo di riconoscere la dedizione a favore della pace di organizzazioni, persone e attivisti, e diffonderne il messaggio portandoli a incontrare gli studenti e le scuole della città. Non solo, il vincitore partecipa anche alle commemorazioni del Paese per l’anniversario della fine della Grande Guerra: Okokon ha condiviso con il Primo ministro belga Alexander De Croo il palco d’onore durante la cerimonia ufficiale per l’anniversario dell’armistizio, e insieme hanno deposto una corona di fiori alla porta di Ypres, monumento ai caduti. Poi, nella cerimonia di sabato sera, la consegna del Premio per la Pace da parte della sindaca di Ypres Emmily Talpe.

 

Un’importante eredità

Il Premio per la Pace è stato assegnato per la prima volta nel 2002 all’organizzazione olandese War Child, che lavora nelle aree post-conflitto con i bambini. Gli altri vincitori sono stati suor Helen Prejean, cattolica americana impegnata contro la pena di morte, l’afghana Sima Samar che lavora per i diritti delle ragazze, il medico congolese Denis Mukwege che supporta le vittime di stupro. E poi la giovane attivista pakistana per il diritto all’istruzione Malala Yousafzai, l’organizzazione al fianco delle vittime della guerra in Siria The White Cascos, la campagna Stop Killer Robots per fermare la privatizzazione delle armi dotate di intelligenza artificiale.

Oggi questa importante eredità viene raccolta da Princess Okokon. Che continuerà a lavorare tra Italia e Nigeria al fianco delle vittime di tratta, per ridare loro speranza e libertà.

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