ASTI – Oggi 4 maggio Asti ha celebrato il suo Santo Patrono, San Secondo. Un giorno speciale, una delle ricorrenze più sentite dalla cittadinanza, che torna a sperare nel futuro preservando le sue tradizioni più belle.
Ed è anche il giorno dei colori che scaldano l’anima, quelli diffusi dal Palio. Durante la Messa in onore del Patrono, l’Amministrazione comunale ha donato alla Collegiata di San Secondo uno dei due drappi realizzati dal Maestro Filippo Pinsoglio. Entrambe le opere sprigionano colore, calore, vitalità e senso di appartenenza. Ognuna di esse cela un significato preciso, che l’artista astigiano ha voluto condividere con noi di Dentro la Notizia.
«L’emozione non si può spiegare, vorrei poter solo ringraziare per l’opportunità – ci rivela Pinsoglio –. Ritengo sia un grandissimo onore essere Maestro del Palio di Asti, come artista ma soprattutto come un uomo che ama la sua città e la sua storia. Una storia dalle mille sfaccettature, come una tela pronta a essere riempita con più tecniche e più colori. Una storia sempre diversa, ma egualmente unica».
Il Maestro Pinsoglio ci ha poi spiegato più nel dettaglio cosa ha voluto imprimere nelle due tele: «Nei due drappi la figura di San Secondo è uguale. In quello offerto alla Collegiata, tra il Santo e la città c’è uno scudo, perché Asti risplende nel mondo per merito del suo Patrono, come riporta il motto latino: “Aste Nitet Mundo Sancto Custode Secundo”».
Il labaro destinato al vincitore della Corsa del Palio, che pandemia permettendo si svolgerà il 5 settembre, si differenzia per un dettaglio significativo: «Nella figura del cavallo ho impresso un ingranaggio, vale a dire la meccanica più perfetta che abbiamo. Se Asti saprà coniugare l’industria con l’agricoltura, tutto andrà al galoppo. Un ingranaggio perfetto».
Aspettiamo dunque il 5 settembre, emergenza sanitaria permettendo, per respirare il profumo che solo chi è astigiano può sentire: «Il Palio è sudore, emozione, passione sanguigna – conclude Pinsoglio -. Non solo il giorno della corsa, ma tutto l’anno. Chi ama il Palio ama la città. Una città pronta a risplendere, con scudi e ingranaggi che il mondo ci invidia».
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