Partita in Piemonte la campagna di sensibilizzazione contro abusivismo di estetiste e acconciatori

A promuoverla Confartigianato e CNA

PIEMONTE – È partita la campagna di sensibilizzazione contro l’abusivismo nei settori dell’acconciatura e dell’estetica: “La Legalità è anche una questione di testa: dì di no alla tinta a domicilio”. A promuoverla Confartigianato e CNA con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. La campagna sarà diffusa sui canali web e social delle due Confederazioni attraverso tre uscite congiunte.

In Piemonte l’abusivismo nel settore dei servizi alla persona (tra cui rientrano le attività di acconciatura ed estetica) è in continua crescita con un tasso di irregolarità del 27,6%. Si tratta del valore più alto tra i vari settori e supera di gran lunga il tasso medio nazionale, che si ferma al 14,4%.

Tale fenomeno è stato aggravato dalle conseguenze della pandemia Covid-19, che hanno consentito l’inserimento nel mercato di figure che, a dispetto delle disposizioni di chiusura di saloni di acconciatura e centri estetici, hanno erogato prestazioni a domicilio, sottraendo in tal modo clientela agli operatori regolari.  Si aggiunge al quadro il recente proliferare di piattaforme abusive che operano online indisturbate, proponendo prestazioni a domicilio o addirittura in forma ambulante.

Per le Presidenti Regionali del settore estetica di Confartigianato Piemonte e CNA Piemonte Stefania Baiolini e Monica PercelsiQuesta importante iniziativa è nata con l’intento di sensibilizzare la collettività sul fatto che affidandosi a operatori non qualificati ci si espone a seri rischi. In una situazione di inosservanza delle norme vigenti, si può correre addirittura il rischio di ricevere a propria insaputa trattamenti che possono essere effettuati solo da personale medico specializzato”.

Dello stesso avviso i Presidenti regionali del settore Acconciatura, Susanna Baldissera e Pino Sciarrino: “Ricevere trattamenti a cura di soggetti abusivi nella propria abitazione o in locali non a norma è illegale, e che scegliere di rivolgersi a imprese regolari vuol dire sostenere i diritti dei lavoratori, l’economia del Paese e lo sviluppo delle imprese”.

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