PIEMONTE – A oggi 28 febbraio sono 46, tutte nella zona rossa, le carcasse di cinghiale risultate positive alle analisi per la Peste Suina Africana su un campione di 321 analizzate complessivamente in Piemonte e Liguria. Le operazioni di ricerca, fondamentali per la delimitazione esatta dell’area di diffusione del contagio, continuano senza sosta, con la collaborazione di agenti provinciali e dell’Ambito territoriale di caccia, carabinieri forestali, agricoltori e volontari della Protezione civile.
«Questa settimana inizieremo le operazioni di depopolamento dei suini domestici sani a rischio di contagio nella zona infetta. Gli allevatori danneggiati saranno rimborsati direttamente dalla Regione Piemonte, che ha stanziato 1 milione e 800 mila euro per venire incontro alle prime esigenze delle aziende colpite dall’emergenza». Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, alla manifestazione organizzata da Cia Agricoltori italiani a Rossiglione per fare il punto sull’emergenza della peste suina.
«Il passaggio del virus dai cinghiali ai suini domestici – continua Icardi – è un rischio che va scongiurato il più presto possibile. Sarebbe un danno enorme per una filiera che in Piemonte vale oltre un miliardo di euro, con un milione e 300 mila suini. Contestualmente, l’Assessorato regionale all’Agricoltura sta mettendo a punto il piano di abbattimento di circa 50 mila cinghiali su tutto il territorio regionale per ripristinare l’equilibrio della fauna selvatica. Domani, nell’audizione al Senato ribadirò le richieste al Governo perché venga reso operativo con la massima urgenza il decreto che nomina il commissario nazionale, in modo da avere un interlocutore unico e poter procedere con celerità ed efficacia nel contenimento del contagio».