Paolo Crivelli: “Da medico ho cercato di guarire i malati, oggi voglio curare questa mia amata città”

L’esponente del centrosinistra ha spiegato i motivi della sua candidatura a sindaco di Asti

ASTI – Questa mattina 22 gennaio si è tenuta al circolo Nosenzo la prima conferenza stampa di presentazione della coalizione che sfiderà il centrodestra alle prossime elezioni amministrative di questa primavera.

Il candidato sindaco del centrosinistra Paolo Crivelli ha infatti voluto incontrare i giornalisti per spiegare la scelta di impegnarsi in prima persona per Asti e i suoi cittadini.

Hanno partecipato all’incontro i rappresentanti della coalizione che sostengono la sua candidatura:

Mario Mortara, Partito Democratico; Mauro Bosia, Uniti si può; Angela Quaglia, CambiAMO Asti; Mario Malandrone,  Ambiente Asti; Marco Castaldo, Art. 1; Gianfranco Miroglio, Europa Verde – Verdi.

Ha coordinato i lavori la giornalista Laura Nosenzo, che conosce Crivelli da molto tempo e lo ha presentato come un “uomo ricco di sincera empatia, naturalmente portato all’ascolto. Capace di prendere decisioni senza esitare”.

Astigiano, ad aprile compirà 68 anni. Sposato da 40 anni, ha 4 figli e 4 nipoti. Crivelli ha conseguito la Maturità al Liceo Classico Vittorio Alfieri e nel 1979 si è laureato in Medicina all’Università di Torino. Ha due specializzazioni: in malattie infettive e in malattie tropicali, quest’ultima specialità ottenuta all’Università di Liverpool.

Lavorare in gruppo e in un’ottica multidisciplinare è la mia cifra personale e professionale che mi ha visto impegnato per 29 anni, dal 1992 al 2021, al reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Asti: qui mi sono dedicato, in particolare, alla prevenzione e cura dell’Aids, intervenendo spesso nelle scuole, e delle malattie sessualmente trasmesse. Sono stato punto di riferimento dell’Ambulatorio sulla tubercolosi che, per anni, è stato un fiore all’occhiello del Cardinal Massaia”, ha detto Crivelli.

In pensione dall’aprile del 2021, subito dopo ha ritenuto utile prestare servizio, con la Croce Rossa Italiana, tra Porto Empedocle e Lampedusa per dare assistenza ai profughi del Mediterraneo. Richiamato in servizio dall’Asl AT, si è rimesso il camice per dare il suocontributo in ospedale, in un momento molto delicato, anche a fronte del permanere della pandemia da Covid-19.

Il mio rapporto con la medicina e alcune mie scelte personali hanno radici lontane – ha continuato Crivelli -. Nel 1980 sono partito come medico volontario per il servizio civile in alternativa a quello militare: ho lavorato tre anni in un ospedale missionario del Kenya. Dopo la specializzazione a Liverpool, per sette anni ho fatto il responsabile di progetto per l’Unicef dapprima in Somalia e poi in Gambia. Mi sono impegnato per la salute delle popolazioni anche in Uganda, Camerun, Malawi, Tanzania, realtà dove mi sono occupato, tra l’altro, del controllo della malaria, delle polmoniti da comunità, dell’Aids e sono stato responsabile delle campagne di vaccinazioni.

Nel suo percorso personale c’è stato spazio anche per la politica: è stato consigliere comunale nell’Amministrazione del sindaco Fabrizio Brignolo.

Il perché della candidatura a sindaco

“Dopo qualche anno di pausa, ora sono pronto a tornare a guardare più da vicino al primo Bene Comune della nostra città: il Municipio e la sua comunità. La candidatura nasce dalla consapevolezza che viviamo in una città spenta, che ha perso l’entusiasmo e che in questi anni ha subito un declino preoccupante. Io sono un medico e ho cercato durante la mia professione di contribuire alla guarigione degli ammalati. Oggi sono qui per guarire questa mia amata città”.

Un sogno esageratamente ambizioso, ma nasce che a fianco ho una squadra compatta, pronta a reagire per riaccendere la speranza. Squadra eterogenea, che considera le diversità una ricchezza. Altri sostegni saranno sempre ben accolti. Ascolteremo e dialogheremo con tutti. In tempo di pandemia rispetteremo le regole come già facciamo oggi, ma cercheremo di diffondere alla popolazione il virus della partecipazione, e ci faremo contaminare dai bisogni della gente”.

Asti sarà la città del NOI, dove ognuno parteciperà con le proprie competenze. Una città che rinnova i rapporti tra Comune e Provincia, per poi allargarsi alla Regione, all’Europa e al mondo. Sarà una città che privilegia le nuove generazioni, darà attenzione ai giovanissimi, come ci ha ricordato tante volte Roberto Genta. Vi sorprenderemo perché da soli si va veloci, ma insieme si va molto più lontano”.

In questo nuovo quinquennio in cui saremo protagonisti ci saranno momenti difficili, ma ci prenderemo cura uno dell’altro, avremo rispetto e cercheremo di usare la mitezza, che non è remissività, ma l’atteggiamento costruttivo verso gli altri. Ci faremo carico dei problemi di chi non ha voce, e risolverli sarà concretamente il modo in cui noi intendiamo la politica”.

 

I punti del “cantiere aperto”

La coalizione ha già gettato le basi per il futuro: ecco i punti principali del piano su cui hanno lavorato.

Asti città verde: acqua, aria, suolo, energia

“Abbiamo il dovere di lottare contro il collasso climatico e l’inquinamento – ha detto Crivelli -. L’aria di Asti è diventata irrespirabile, occorre invertire la rotta, adottando le misure necessarie affinché i parametri della salubrità dell’aria siano compatibili. Si inizierà a porre provvedimenti per ridurre inquinamento della viabilità e  per estendere le aree pedonali. Asti ha il centro storico più bello del Piemonte, ma non è valorizzato. C’è bisogno di una vera isola pedonale. Il suolo deve essere recuperato”.

La città che si prende cura della salute dei cittadini

Nel lavoro di medico – ha continuato Crivelli – ho percepito di un’offerta sanitaria ad Asti sempre più in declino; tante persone ma soprattutto i meno abbienti si sentono trascurati. La pandemia ha un peso determinante, senza dubbio, ma i problemi nascono dal disinteresse della politica alla sanità. Noi questo disinteresse lo vogliamo convertire nel prendersi cura. L’ospedale è un bene comune, oggi si assiste al degrado. Tante le difficoltà, il personale è stanco e deluso, fa fatica”.

Il piano nazionale di ripresa e resilienza

Su questo punto cercheremo di capire se sul piano di ripresa e resilienza vi siano ancora spazi d’intervento. Il lavoro sarà una preoccupazione primaria; apriremo il Municipio a tutti, soprattutto a chi non ha lavoro o è in cassa integrazione o agli ultimi che non hanno voce. Il Municipio non chiuderà le porte a nessuno, e nessuno andrà a casa senza una risposta”.

Recupero luoghi abbandonati

La città è costellata di luoghi abbandonati, ma noi lavoreremo. Abbiamo idee molto interessanti, c’è possibilità di creare una cittadella della cultura e dell’innovazione, coinvolgendo i giovani”.

Asti città della cultura

Occorre formare il cittadino, i nostri giovani, e sostenere le piccole e numerose associazioni culturali della città. Promuovere corsi musicali, teatrali, cinematografici, con spazi appositi per i giovani. Anche lo sport è cultura, uno stile di vita. Il rapporto con tutte le società sportive deve essere continuativo e proficuo”.

Servizi sociali e sicurezza

Infine, Crivelli ha affrontato i temi dei servizi sociali e della sicurezza. “I servizi sociali del comune non possono da soli far fronte alle tante emergenze esistenti, occorre un’integrazione fattiva con tutti i soggetti che lavorano nel settore. Tutti insieme devono costruire il consorzio sociale astigiano. L’azione dei servizi sociali non può essere sostituita dal volontariato, così com’è avvenuto. Nell’ambito della sicurezza, Asti ha bisogno di un piano di protezione della microcriminalità, sostenibile, condiviso e realizzabile. Solo con la prevenzione si raggiungono i risultati duraturi. Microcriminalità è spesso un prodotto della marginalità sociale, e dunque va contrastata con politiche di inclusione sociale”.

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