Inaugurata all’Ospedale di Asti la mostra “Non crederci!” del progetto SOS donna

L'esposizione itinerante, allestita al piano -1 del Massaia, sarà visitabile fino al 19 maggio
I pannelli in esposizione

ASTI – Questo pomeriggio (2 maggio) il Progetto SOS donna ha inaugurato al Cardinal Massaia, nella piazza interna al piano – 1, la mostra “Non crederci! Se ti tratta male e poi ti dice: non lo farò più…”.

L’esposizione, che ha carattere itinerante, resterà all’Ospedale di Asti con ingresso libero fino al 19 maggio (da lunedì a domenica 8-18, ingresso libero). Si tratta di un luogo non casuale: al Pronto Soccorso, al reparto Ginecologia e ad altri servizi dell’Asl AT ricorrono da sempre molte donne che subiscono violenza, dai maltrattamenti domestici agli stupri.

“Saprò controllare la mia gelosia…”, “Ti ho fatto paura? Non volevo….”, “Prometto, smetterò di seguirti”….

La mostra smaschera le bugie degli uomini che maltrattano le donne e che oppone alle loro false promesse la realtà dei dati. Perché se l’uomo assicura: “Non ti costringerò più, te lo giuro”, la verità è che “nel 63% dei casi lo stupro viene commesso dal proprio partner”. E fa riflettere che “il 64% delle donne che subisce violenza non ne parla”.

Volutamente la mostra è di forte impatto: per le frasi, i dati e la composizione grafica, ma anche per la scelta originale di usare le lenzuola dismesse dell’ospedale come un grande registro delle firme per invitare le persone a scrivere le loro osservazioni: “Su un lenzuolo come questo le donne vittime di violenza accolte al Cardinal Massaia distendono il corpo ferito. Il lenzuolo, insieme alla cura del personale dell’ospedale, è la prima carezza che ricevono dopo essersi sottratte a chi le ha maltrattate“. Il telo si è rapidamente riempito di frasi.

Laura Nosenzo

“Non crederci!” è una mostra al femminile anche per i nomi di chi l’ha realizzata: Giorgia Sanlorenzo firma la grafica, Laura Nosenzo l’ideazione e i testi, redatti raccogliendo l’esperienza di Elisa Chechile, responsabile del Centro antiviolenza L’Orecchio di Venere, Daniela Campasso, da poco in pensione dopo aver diretto alla Questura di Asti la Divisione Anticrimine, le assistenti sociali di Cisa e Cogesa. Un lavoro di squadra che ha suscitato apprezzamento e che, oltre alla denuncia, si pone l’obiettivo di far conoscere il Progetto Umano, promosso da Orecchio di Venere e Comune di Asti, per gli uomini maltrattanti che vogliono uscire dalla violenza.

 

Un plauso a SOS donna, alla cui guida da questa edizione c’è l’Associazione Mani Colorate presieduta da Piero Baldovino, è venuto da alcuni dei rappresentanti degli enti che sostengono il progetto, attivo dal 2019: Fabio Carosso, vicepresidente della Regione Piemonte, il direttore generale dell’Asl AT Francesco Arena, alla sua prima uscita pubblica dopo la nomina, Mario Sacco, presidente della Fondazione CRAT, Cristina Trotta, alla guida del Soroptimist Club di Asti, mentre Anna Macchia, sindaco di Villafranca (presente anche in rappresentanza della Provincia), si prepara a raccogliere il testimone quando la mostra chiuderà ad Asti il 19 maggio e arriverà in Sala Bordone a giugno.

L’elenco dei Comuni interessati a ospitare i dieci pannelli è già lungo: ci si può ancora prenotare telefonando al 338-6678565 o scrivendo una mail (info@sos-donna.it). Tra gli obiettivi degli organizzatori quella di portare “Non crederci!” in tribunale, altro luogo simbolo della violenza di genere, mentre in autunno la mostra girerà nelle scuole, in coincidenza con il lancio del terzo questionario di SOS donna, si fermerà ad Astiss in occasione della giornata di aggiornamento rivolta, in Aula Magna, ai docenti di ogni ordine e grado, e infine approderà in Consiglio regionale, le cui Consulte delle Elette e Femminile sostengono il progetto astigiano fin dalla nascita.

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