Riceviamo e pubblichiamo
Il Coordinamento degli Ordini delle Professioni Infermieristiche del Piemonte lancia un allarme serio sulla crescente crisi di iscrizioni ai Corsi di Laurea in Infermieristica nelle tre università regionali, in risposta al servizio mandato in onda il 3 settembre sul TG3 Piemonte. Nonostante gli sforzi intensificati dagli Ordini per promuovere la professione, il numero di nuovi iscritti non raggiunge neppure i mille, segnalando un preoccupante disinteresse verso una carriera fondamentale per il sistema sanitario.
Il Coordinamento degli Ordini delle Professioni Infermieristiche del Piemonte e della Valle D’Aosta – rappresentato dai Presidenti Paola Ascolese, Ivan Bufalo, Stefania Calcari, Giovanni Chilin, Remo Galaverna, Simona Milani, Paola Sanvito e Giulio Zella, sintetizza il problema con una metafora significativa: “Non uccidiamo il pesce, ma gli togliamo l’acqua”. Con questa espressione, il Coordinamento sottolinea come la mancanza di un supporto istituzionale concreto stia lentamente soffocando una professione già messa a dura prova. Ivan Bufalo, Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino spiega: «Non sorprende che questa professione perda attrattività, poiché il supporto e la promozione dovrebbero provenire non solo dagli Ordini Professionali e dall’Università, ma anche dalle Istituzioni stesse. Quando la politica manca di una visione chiara della Professione Infermieristica, il risultato non può che essere un progressivo svilimento di questo lavoro, rendendolo sempre meno accattivante».
La situazione si aggrava ulteriormente se consideriamo le promesse senza seguito dalle autorità regionali. Nel 2023, il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, durante un incontro formale con il Coordinamento, avvenuto in data 12 settembre, aveva promesso borse di studio per le facoltà di Infermieristica e campagne di comunicazione nelle scuole superiori per sensibilizzare gli studenti su questa professione. Questi impegni, che avrebbero potuto contribuire a invertire la tendenza negativa, sono rimasti nel limbo. Giulio Zella, Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Vercelli, ricorda come «Nel 2023 il Presidente Cirio aveva annunciato un percorso di coordinamento con le professioni infermieristiche e gli organi delle professioni sanitarie, una bella idea che purtroppo non ha avuto seguito. Tra i vari impegni assunti, c’era quello di realizzare, di concerto con gli Ordini Professionali, campagne di comunicazione per incentivare l’iscrizione alla facoltà di Infermieristica. Tuttavia, a distanza di un anno, nessuna di queste promesse è stata mantenuta.»
La mancanza di azioni concrete e di investimenti mirati ha avuto ripercussioni dirette sul campo. Mentre in Piemonte gli infermieri continuano ad attendere soluzioni politiche, la Regione Valle d’Aosta ha invece intrapreso una strada diversa, aumentando significativamente gli stipendi del personale infermieristico. «Questa decisione non solo rappresenta un supporto tangibile alla professione, ma paradossalmente invita gli infermieri piemontesi a trasferirsi in una regione dove il loro lavoro è maggiormente riconosciuto e valorizzato» prosegue Zella.
La crisi delle iscrizioni si inserisce quindi in un contesto più ampio di mancanza di coerenza e continuità nelle politiche di supporto alla professione infermieristica. Il mancato rispetto degli impegni presi ha ripercussioni gravi sul territorio. «Ogni promessa non mantenuta contribuisce a peggiorare una situazione già critica, con un impatto diretto sulla disponibilità futura di personale infermieristico qualificato – proseguono dal Coordinamento – Le iniziative che si dovessero avviare oggi, infatti, daranno risultati tangibili solo tra tre o quattro anni, rendendo ancora più urgente un intervento immediato. Inoltre, è fondamentale riflettere sull’importanza dell’immagine della professione infermieristica». Come evidenziano i Presidenti degli Ordini, se la figura del medico gode di un riconoscimento sociale forte, lo stesso non si può dire per gli infermieri. Questa disparità, unita alla mancanza di incentivi economici adeguati, contribuisce ulteriormente alla disaffezione verso questa professione.
«Invece di puntare su bonus legati al lavoro straordinario, dovremmo prevedere incentivi che riconoscano il valore della professione infermieristica in sé, indipendentemente dalle ore di lavoro svolte», conclude Bufalo. Sempre di queste ore è la notizia diffusa dal Ministero per l’istituzione della figura dell’Assistente infermiere. In un momento in cui la figura dell’infermiere dovrebbe essere esaltata e promossa, l’introduzione di questa nuova figura, se non correttamente governata sia dal punto formativo sia da quello organizzativo con il pieno coinvolgimento della Professione Infermieristica, rischia di frammentare ulteriormente il settore, creando ulteriore confusione e incertezza.
Il Coordinamento degli Ordini delle Professioni Infermieristiche del Piemonte invita le istituzioni a riflettere seriamente su queste problematiche e a intraprendere misure immediate e concrete per sostenere la professione infermieristica. È fondamentale agire ora, prima che la situazione diventi irreparabile e che si perdano ulteriori talenti in un settore già in sofferenza.