Dopo l’inchiesta “il pasticcio piemontese” realizzato da Report e le reazioni espresse da più parti in seguito al servizio andato in onda lunedì sera sulle reti Rai, ci sembrava giusto fare chiarezza e rispondere ad alcuni commenti espressi in modo approssimativo e troppo spesso avanzati senza cognizione di causa.
Innanzitutto vogliamo chiarire che l’intervista realizzata al segretario territoriale Gabriele Montana non è stata trasmessa in maniera integrale, ma solo in parte (naturalmente per una scelta della Rai, vincolata al rispetto dei tempi televisivi). Nell’intervento completo del portavoce del NurSind Asti, infatti, il problema della sicurezza degli operatori che lavorano al Cardinal Massaia era stato affrontato a 360 gradi, ed era stato sottolineato il mancato rispetto da parte dell’Azienda Ospedaliera del D.lgs 81/2008 sulla Sicurezza sul Lavoro: in particolare, si evidenziavano le carenze presenti in tutti (o quasi) i reparti Covid, privi di un’adeguata “zona filtro” e senza ambienti a “pressione negativa”, tali cioè da impedire il passaggio di agenti infettivi dall’interno all’esterno.
È questo che ci preme maggiormente denunciare, ovvero l’aver completamente dimenticato la sicurezza sul lavoro degli operatori del Cardinal Massaia di Asti proprio quando il pericolosissimo periodo legato al covid-19 avrebbe dovuto comportare la massima attenzione. È per tali ragioni che: «A gran voce invitiamo il dott. Andrea Cane a dimettersi immediatamente dall’incarico. Fermo il rilievo che un Rspp (responsabile del servizio prevenzione e protezione) non può fornire risposte pubbliche così superficiali ed evasive come quelle fornire nel servizio di Report, ma quel che più è grave è che il dott. Cane non ha mai proceduto in maniera opportuna ad effettuare una valutazione reale del rischio. Il documento di valutazione del rischio che è stato realizzato a fronte dell’emergenza – prosegue Gabriele Montana del NurSind di Asti – è solamente un brutto “copia-incolla”. Non è stato formulato appositamente come invece sarebbe stato indispensabile per una situazione di questo genere. Così facendo la salute di tutti i lavoratori dell’Asl-At è stata messa ed è tuttora in pericolo. Ricordiamo che l’Rssp, ai sensi del D.Lgs. 81/2008, è una figura centrale nel sistema delineato dal legislatore in tema di salute e sicurezza sul lavoro, con un ruolo fondamentale soprattutto in questo difficile momento».
«Ci chiediamo peraltro – prosegue Montana – come il dott. Cane possa garantire un servizio efficace e tempestivo in un momento di tale difficoltà ed emergenza quando riveste nello stesso momento anche il ruolo di Rspp presso l’Asl di Alessandria ed il ruolo di Responsabile anti incendio (sempre ad Alessandria) e quando il suo contratto prevede per l’Asl di Asti un servizio limitato a 7 ore settimanali».
Le omissioni e le carenze sopra descritte, comunque, sono già state oggetto dell’esposto che NurSind Asti ha indirizzato alla Procura astigiana lo scorso 10 aprile, documento che nei giorni scorsi è stato inoltrato anche allo Spresal di Alba. «A oggi non abbiamo ancora avuto risposte – afferma Gabriele Montana del Nursind – ma siamo sicuri che si stanno effettuando le opportune verifiche. Gli approfondimenti della Magistratura faranno il loro corso, per parte nostra confidiamo in pronti interventi affinché la situazione dell’Ospedale di Asti possa garantire la sicurezza e l’operato quotidiano dei tanti lavoratori del Cardinal Massaia».
Ci sorprendono anche le dichiarazioni rilasciate nella video-inchiesta dal Commissario dell’Asl-At Messori Ioli. «Non è assolutamente vero che i sacchetti del Pronto Soccorso in cui si fa riferimento nel servizio sono stati messi dai colleghi infermieri per evitare il passaggio di fogli di carte – afferma Gabriele Montana del NurSind di Asti – tant’è che il gruppo infermieristico del reparto era assolutamente contrario al posizionamento di quei sacchetti e lo aveva dimostrato riferendo al primario che la cosa (se attuata) sarebbe stata denunciata nelle opportune sedi competenti. Così è stato fatto con la presentazione dell’esposto in Procura».
Rattrista sapere che il Commissario dell’Asl-At, in quanto organo di vertice dell’Azienda, non sia ben informato sul numero dei contagi presenti tra i lavoratori dell’Azienda e ci dispiace che la responsabilità per il posizionamento di quei sacchetti in pronto soccorso siano state scaricate sull’ufficio tecnico: vogliamo ricordare che in realtà le responsabilità sono in capo alla direzione generale.
Nel suo quotidiano video serale online alla popolazione, anche il sindaco Maurizio Rasero aveva voluto commentare il servizio realizzato da Report definendolo come “di parte e costruito”, esprimendo perplessità sul numero di operatori contagiati comunicato dal NurSind di Asti e sul reale scopo di quei sacchetti posizionati in pronto soccorso.
«Al primo cittadino – proseguono dal NurSind Asti – vogliamo dire che se mette in dubbio i nostri dati ed i fatti che il servizio di Report ha mostrato e reso pubblici è sempre libero di venire in ospedale e verificare di persona, oltre al fatto che potrebbe chiedere all’Asl i dati dei contagi tra gli operatori alla data del 24 aprile. Potrebbe essere la maniera migliore per apprendere in prima persona la realtà di dati che evidentemente non conosce, al di là dello scarso gradimento che ha dichiarato di avere verso il programma televisivo che li ha riportati».
Infine, in risposta alle parole del Presidente della Provincia di Asti, Paolo Lanfranco, che aveva definito la presenza di buste di plastica in pronto soccorso come divisori “più una leggerezza in un momento comunque di grande difficoltà” vorremmo porre un quesito: non è forse vero che, in un momento del genere, con numerosi contagi tra gli operatori dell’Asl-At, se il dott. Andrea Cane ed il suo servizio avessero fatto bene il proprio lavoro avremmo avuto meno infetti? Noi riteniamo di si… Una cosa è certa: la Magistratura farà il suo corso.
Ai direttori dei Dipartimenti Ospedalieri (M.Barbero, E.Feyles, M.Scaglione e V.Sorisio), invece, vogliamo sottolineare che l’inchiesta di Report non ha certamente denigrato l’operato degli operatori dell’Asl-At (che hanno reagito in maniera da tutti riconosciuta esemplare), semmai ha fatto luce sulle persone che non hanno compiuto in modo corretto il proprio lavoro, mettendo a rischio la salute di molti. «Proprio per il giusto rispetto di queste persone che lavorano notte e giorno per salvare vite umane è necessario individuare i responsabili che hanno fatto sì che questi dipendenti non operassero in sicurezza in una situazione d’estremo pericolo. Qualsiasi altro discorso – conclude Montana di NurSind – sembra voler deviare l’attenzione sull’argomento, mettendo in pratica il vademecum per smontare le critiche sindacali che qualche giorno fa è stato pubblicato dal sindacato dei medici Anaao Assomed». ( https://www.anaaopiemonte.info/anaaopiemonte/vademecum-per-smontare-le-critiche-sindacali/ )
Leggi altri articoli su https://dentrolanotiziabreak.it/ sulla nostra Pagina Facebook https://www.facebook.com/dentro.lanotizia/ e su Twitter @DNotizia