ASTI – Sabato 9 aprile alle 21 nuovo appuntamento con la stagione in abbonamento del Teatro Alfieri, realizzata dal Comune di Asti in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo: per la sezione Prosa va in scena “Non mi pento di niente” di Csaba Szekely, traduzione dal romeno di Roberto Merlo, regia di Beppe Rosso. Interpreti Beppe Rosso, Lorenzo Bartoli, Annamaria Troisi.
Collaborazione drammaturgica Debora Milone. Ambientazioni sonore Guglielmo Diana, scene e light design Lucio Diana, aiuto regia Thea Della Valle. Produzione ACTI Teatri Indipendenti.
Csaba Székely, giovane e pluripremiato autore romeno, in questo testo propone un susseguirsi di fatti che coinvolgono un ex colonnello della Securitate, la famigerata polizia segreta del regime comunista, contattato e in qualche modo ricattato dai nuovi servizi di sicurezza. Vicende e nefandezze del passato si intrecciano con un presente ancora segnato da quelle vicende, ma in cui si prospetta un’occasione di riscatto attraverso l’affetto per una ragazzina, piombata per caso nella vita del colonnello.
Una commedia nera, scritta con profondità e leggerezza, capace di combinare humour e tragedia e di trarre forza proprio dalla commistione degli opposti. Una penetrante riflessione sul passato, sull’impossibilità di cancellarlo e anche sull’influenza spietata che esso esercita sul presente. Un’indagine sul rapporto tra passato e presente, che attraverso i tre personaggi coinvolge e mette in discussione l’intera storia di un paese.
Lo spettacolo offre uno spiraglio di comprensione di quel mondo dell’Est, così europeo e allo stesso tempo così distante, e penetrare una realtà “altra”, per far com-prendere – nel senso etimologico di “prendere con noi” – il sentimento di quei popoli, protagonisti di un’utopia ideologica e che, all’indomani del crollo del muro, hanno dovuto fare i conti con gli errori del proprio passato. Un passato che sempre, prima o poi, ricompare e presenta il conto, così come avviene nella vita del colonnello Dominic. Personaggio emblematico, poiché la sua personale vicenda diventa per amplificazione la vicenda di un intero popolo e assume connotazioni universali. Così il testo, partendo da una situazione individuale, si apre a una dimensione di conflitto sociale più esteso, dove i grandi cambiamenti annunciati non sempre sono veri e portano sottopelle tracce indelebili del passato.
Székely si rivela autore raffinato e innovativo, capace di indagare l’animo umano nelle sue molte sfaccettature, dove la colpa individuale alla fine trova la giusta punizione e la giusta collocazione nel cosmos, con connotazioni e risvolti che fanno pensare a Dostoevskij. E dove la Storia interviene nella vicenda quasi come una presenza immanente, che detta le regole delle azioni: di ciò che è stato e di ciò che è.
Biglietti (22 euro platea, barcacce, palchi; 17 euro loggione) disponibili alla cassa del Teatro Alfieri, aperta dal martedì al venerdì dalle 10 alle 17, e online su www.allive.it e www.bigliettoveloce.it . Ingresso regolato dalle normative vigenti. Per informazioni e prenotazioni: 0141.399057-399040 www.teatroalfieriasti.it