Asti – “Niente api. Niente cibo” recita la campagna di sensibilizzazione di Greenpeace.
Un allarme rilanciato anche da Coldiretti Asti alla luce dei cambiamenti climatici, rispetto ad una provincia (Asti), e a una regione (Piemonte), col maggior numero di apicoltori all’intero territorio nazionale.
Oltre a produrre miele, le api svolgono un ruolo essenziale negli ecosistemi ma, secondo gli scienziati, – tra cento anni potrebbero scomparire -, con conseguenze incalcolabili su biodiversità e, anche, alimentazione.
Ne abbiamo parlato con il giovane imprenditore camerunense Tak, all’anagrafe Paulin Takumbo Takam, che a Camerano Casasco, nell’astigiano, ha avviato la PolyAgriNova (Campagna Amica) mixando studi, passione e dedizione.
Giunto in Italia all’età di 22 anni, Tak aveva conseguito laurea triennale e magistrale in Scienze Agrarie all’Università di Torino, per poi perfezionarsi nella gestione aziendale lavorando, inizialmente, come dipendente presso un apicoltore e, successivamente, frequentando un corso di Analisi Sensoriale per la valutazione qualitativa dei prodotti dell’alveare.
Grazie al prezioso rapporto mantenuto con il Dipartimento di Entomologia dell’UniTO, dal 2014 la PolyAgriNova è una realtà improntata sull’innovazione e sulla ricerca, messe in pratica in chiave ecosostenibile, con circa 400 colonie di api, di cui 200 per la produzione di miele e le altre per la vendita a nucleo.
Tra gli impegni di Tak, anche i Laboratori/Attività Didattiche rivolti/e ai bambini e alle scolaresche, nonché le visite guidate in azienda con degustazioni, per condividere la conoscenza del mondo delle api.
Oltre alla scelta biologica e alla didattica, nella filosofia produttiva di Tak c’è anche l’impegno ad ottenere un miele estratto il più vicino possibile a quello prodotto in favo, garantendo alle api fonti nettarifere naturali ed intervenendo al minimo nell’alterazione del processo alimentare dell’ape, ovvero, con l’alimentazione di soccorso. Una misura, quest’ultima, resasi tuttavia necessaria negli ultimi due anni.
“Col cambiamento climatico è peggiorato, in modo esponenziale, tutto ciò che ha una relazione con l’ape – spiega Tak. – Due anni fa ho perso ben 30 famiglie per moria da fame e, mio malgrado, ho dovuto introdurre la nutrizione di soccorso che, comunque, non è una soluzione ma un intervento tampone. Inoltre, temperature e siccità hanno anche determinato la scomparsa della Metcalfa pruinosa e, quindi, la mancata Melata di Bosco. Durante l’inverno, ho così iniziato a portare le api in Liguria affinché, grazie al clima più mite, potessero trovare pascolo anche nei mesi più freddi. Una decisione che comporta un costo aggiunto per il viaggio, ma che garantisce loro la nutrizione, quindi, la sopravvivenza. Altri aspetti di cui si parla poco sono la vitalità delle api e la fecondità delle regine. La scarsità/assenza di polline durante la fecondazione ha comportato un dimezzamento della popolazione”.
Che fare, dunque? “Occorre ricorrere ad interventi microscopici, ma fondamentali – prosegue Tak; – quindi, mettere semi melliferi e piante nettarifere, nonché ripristinare il gerbido creando le condizioni ideali per consentire alle api di avere un pascolo. E’ fondamentale, anche, ricreare il più possibile miscugli apistici che garantiscano la possibilità di produrre pappa reale tra aprile e settembre”.
“Il lusinghiero e apprezzabile impegno di Tak – osservano il Presidente e il Direttore Coldiretti Asti Marco Reggio e Diego Furia, – rappresenta un esempio per la categoria e un punto da cui partire per garantire il pascolo e la sopravvivenza delle api”.
“Il suo lavoro – prosegue il Responsabile Provinciale di Campagna Amica Asti Enrico Lorenzato, – qualifica e impreziosisce anche il nostro Mercato Contadino di corso Alessandria 271, presso il presso il quale ritrovare nove tipologie di miele, due di polline e le pappe reali, oltre a tante altre produzioni di eccellenza dei nostri contadini e viticoltori”.