ASTI – Il 24 dicembre, alle 23, nell’attesa della Santa Messa della Natività, si assisterà al concerto per organo “Musiche natalizie a chilometro zero”, un appuntamento imperdibile e ricco di suggestioni nella splendida cornice della Collegiata di San Secondo. Sarà un evento di grande prestigio, nel segno della tradizione classica natalizia, con un programma dedicato ai brani composti – dal Seicento al Duemila – da 10 musicisti astigiani. Nel concerto si dispiegheranno i fasti e la magnificenza sonora delle creazioni di questi maestri, portati in trionfo dall’organista Giuseppe Gai. Di seguito, veniamo a presentarvi tutti i musicisti astigiani che saranno protagonisti, attraverso le loro opere, al concerto “Musiche natalizie a chilometro zero”. Tutti i brani saranno presentati dal telecronista Beppe Rovera. Sottolineiamo, tuttavia, che alcuni compositori illustri del nostro territorio non sono potuti rientrare nella performance del 24 dicembre per assenza di musiche inerenti allo specifico tema natalizio. Tra questi Giacinto Calderara e i fratelli Giuseppe e Benedetto Cotti, validi musicisti dell’Ottocento, mentre per il secolo successivo don Francesco Moccagatta, Mario Quaglia, don Virgilio Bellone e soprattutto Ettore Desderi, considerato a buon ragione il più qualificato compositore astigiano del Novecento.
Giovan Battista Fasolo nacque ad Asti intorno al 1598 e, seguendo le orme di S. Francesco, divenne Minore Conventuale. Per le sue non comuni doti musicali, ben presto lasciò la città natale per sedi prestigiose come Roma e Napoli. Per oltre un decennio fu Maestro di Cappella nel Duomo di Monreale, risiedendo a Palermo, dove morì nel 1664. Pur dedicandosi prevalentemente alla musica sacra, compose anche Oratori e opere teatrali. Per organo, nel 1645 diede alle stampe l’Annuale (opera ottava) che costituisce una vera e propria antologia destinata al servizio liturgico di tutto l’anno. Da questa pubblicazione proviene Christe redemptor omnium, costituito da 4 versetti da alternare all’inno gregoriano di Natale, il cui tema si presenta di volta in volta trasfigurato ritmicamente, in un sorprendente contrappunto.
Musicista d’importazione è Stefano Fazzio, nato a Vercelli nel 1775, ma trapiantato in giovane età ad Asti, e dal 1806 al 1847, anno della morte, fu Organista e Maestro di Cappella del Duomo. Copiosissima è la produzione musicale per coro e strumenti, e anche per organo solo. Di quest’ultima viene proposto lo spumeggiante Rondò in Pastorale. (Manoscritto autografo: Archivio Capitolare della Cattedrale di Asti).
Di Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo don Bosco) è il Cardinale Giovanni Cagliero, ivi nato nel 1838. Conterraneo di don Bosco, lo seguì a Torino divenendo membro della sua Società. Ordinato sacerdote nel ’62, fu missionario in Patagonia, delegato apostolico dell’America centrale e infine vescovo di Frascati, insignito pure della porpora cardinalizia. Giunto alla soglia dei 90 anni, si ritirò nel paese d’origine, dove morì nel 1926. Pur votato intensamente al ministero pastorale, non trascurò mai la spiccata vocazione verso la musica. La sua più celebre romanza per canto e piano è Il piccolo spazzacamino, in voga in tutti gli oratori fino agli anni ’60 del secolo scorso. Tra le innumerevoli composizioni vocali e strumentali, viene proposta l’VIII delle 9 Pastorali per organo, pubblicate nel 1942 dall’ editrice SEI di Torino.
Ezio Baroncini, clarinettista e compositore, nacque ad Imola nel 1872. Si trasferì ad Asti nel 1912, vincitore di un concorso presso il Civico Istituto di Musica, dapprima come docente e direttore della banda cittadina, poi come direttore dell’Istituto medesimo fino al 1950. Morì ad Asti nel 1954. Tra la sua produzione musicale si annovera anche la Cornamusa del Natale per Organo, raffinata e particolare composizione, che, insieme all’organo, prevede anche 2 percussioni: tamburello basco e triangolo. La partitura manoscritta autografa appartiene a collezione privata.
Vincitore del concorso di Organista e Maestro di Cappella presso la Cattedrale di Asti nel 1876, Giuseppe Ferraris, che era nato a Ottiglio Monferrato nel 1852, si stabilì definitivamente in città, con una breve parentesi negli Stati Uniti. Nel Nuovo Mondo, infatti, s’intrattenne per alcuni anni come pianista cinematografico del film muto, essendo anche un eccezionale improvvisatore. Tornato in patria, ricoprì pure la carica di Maestro del Coro presso il Teatro Alfieri e diede numerosi concerti pianistici. Morì a Milano nel 1933, ospite della Casa dei Musicisti. Tra le numerose composizioni, giunte a noi per lo più manoscritte (autografe, o copie di allievi) viene eseguita la Suonatina in Sol Maggiore (copia manoscritta: collezione privata).
Anche se il canonico Carlo Nebbia nacque a Cerreto d’Asti nel 1882, ritenne sempre “suo paese” Albugnano, dove desiderò anche riposare dopo la morte, avvenuta ad Asti il 21 giugno 1940. Dotato di non comune intelligenza, fu un fisico geniale e un raffinato musicista, pur essendo autodidatta in entrambe le discipline. In campo musicale si prodigò per l’attuazione del Motu proprio di Pio X, soprattutto componendo facili brani per coro e per organo. Tale è la Piccola pastorale, talmente semplice da apparire ingenua (manoscritto autografo: collezione privata).
Coscritto del canonico Nebbia fu il francescano padre Giacinto Burroni, il quale non era astigiano, e neppure piemontese, essendo nato nel 1882 a Zerbolò, in provincia di Pavia. Ma di Asti si innamorò durante i 25 anni di reggenza della parrocchia di Santa Caterina dal 1929 al 1953. Pastore intraprendente e costantemente a contatto con la gente, sapeva crearsi delle oasi artistiche, per dedicarsi alla storiografia e soprattutto alla composizione. Nonostante la sua formazione pressoché di autodidatta, come il canonico Nebbia, lasciò una cospicua e pregevole produzione musicale, in gran parte edita. Morì a Torino nel 1969 e fu sepolto a Crea. Natale! è il titolo della composizione in programma, che è divisa in 3 sezioni, ben distinte tra loro per tematiche e caratteri. Il manoscritto autografo è conservato presso l’Archivio del Convento di S. Antonio da Padova in Torino.
Il teologo don Giovan Battista Virano, originario di S. Stefano Roero, dov’era nato nel 1901, fu organista della parrocchia dei SS. Cosma e Damiano dal 1935 al 1956, con la prebenda della cappellania di S. Giulio in S. Damiano d’Asti. Morì a Saluzzo il 6 novembre 1960. Diverse sono le sue composizioni per organo e per coro e organo, in parte edite a Torino dalla Tipografia Amprimo. Tra queste, viene presentata la breve, ma interessante Zampognata (copia manoscritta: collezione privata).
All’ultima generazione dei musicisti astigiani appartiene il Maestro Fabio Mengozzi, pianista e compositore. Nato nel 1980, si è imposto fin dalla tenera età come enfant prodige, vincendo numerosi concorsi pianistici nazionali ed internazionali. Dedicatosi successivamente anche alla composizione, le sue musiche sono eseguite quasi in tutto il mondo: Italia, Svizzera, Francia, Germania, Belgio, Danimarca, Olanda, Regno Unito, Slovenia, Polonia, Estonia, Grecia, Ucraina, Russia, Cina, Giappone, Israele, Canada, Stati Uniti, Argentina. Recentemente ha pubblicato il CD Mistero e poesia, raccolta di 18 brani composti di proprio pugno e dall’autore stesso eseguiti al pianoforte. Fiat lux (Gen. 1.3) è il titolo del brano appositamente scritto per l’occasione e dedicato a Giuseppe Gai. E’ un percorso dall’oscurità alla luce che si manifesta anche attraverso il progressivo incremento della sonorità.
L’esecuzione si chiude con Pietro Alessandro Yon, forse il più grande organista piemontese del primo Novecento. Nato a Settimo Vittone nel 1886, iniziò gli studi musicali a Ivrea, perfezionandoli successivamente nei conservatori di Milano, Torino e Roma. Qui dal 1905 fu pure organista collaboratore del M° Renzi (suo insegnante) nella Basilica vaticana di S. Pietro. Dal 1907 intraprese una brillante carriera concertistica in Europa e negli Stati Uniti. Stabilitosi definitivamente a New York nel 1921, divenne dapprima organista nella chiesa di S. Francesco Saverio e dal ’26 al ’43 (quando morì) nella Cattedrale di S. Patrizio. Compose l’Oratorio Il trionfo di S. Patrizio, 20 Messe, numerosi mottetti, liriche e un vasto repertorio pianistico ed organistico. Da quest’ultimo proviene il grandioso Preludio-Pastorale Dies est laetitiae, poderosa e virtuosistica Fantasia sul popolare motivo di Adeste fideles, che si presenta intervallato da un tema spiccatamente pastorale, in continua trasfigurazione, come i vetrini di un caleidoscopio, che nel finale si presenta sovrapposto al tema principale. Fu pubblicato a New York dall’editrice Schirmer, 1913.
Giuseppe Gai
A organizzare ed eseguire questa proposta musicale di elevata qualità sarà il Maestro Gai, la cui lunga carriera vanta riconoscimenti e collaborazioni con i migliori musicisti del settore. Docente di “Organo e Composizione Organistica” nei Conservatori di Alessandria e Torino dal 1978 al 2013, prosegue l’attività didattica in “Canto Gregoriano e in Composizione per la liturgia” al Corso di Laurea di secondo livello in Musica Sacra presso il Conservatorio G. Cantelli di Novara. Dal 1970 è organista dell’Insigne Collegiata di S. Secondo in Asti, dapprima come sostituto e dal ’73 come titolare. Alla Messa prefestiva delle 18 e alle festive delle 11.15 e delle 18 accompagna il canto assembleare, su questo improvvisa ed esegue il grande repertorio che spazia da Bach ai contemporanei, come Bédard e Spedding. In qualità di organista ha tenuto concerti come solista, in duo e con quintetto di ottoni e ha collaborato al restauro di strumenti antichi, prestando la propria consulenza storico-tecnica. Per 43 anni è stato anche Direttore della Corale San Secondo, da lui fondata, con la quale ha eseguito concerti in tutta Italia, a Valence e a Biberach ed ha inciso 3 audiocassette e 5 dischi, uno dei quali è dedicato interamente a Giacinto Calderara, che fu Maestro di Cappella della Cattedrale di Asti nella seconda metà del ‘700. Appassionato al canto corale, nel 2016 ha fondato il coro maschile “Sanguignon”, che ultimamente è impegnato nel recupero delle Canzoni Piemontesi di Angelo Brofferio, da lui elaborate polifonicamente. Ricercatore e studioso delle antiche tradizioni musicali di Asti, ha scritto numerosi saggi (sulla vita musicale astigiana a partire dal Trecento e sugli Organi della Provincia) editi da Il Platano e da altre riviste nazionali e internazionali, la monografia “Padre Burroni, musicista Minore e Medioevo musicale in Asti e nel suo territorio”. Ha inoltre scoperto, revisionato e proposto in concerti con coro e orchestra significative musiche inedite di Giacinto Calderara (realizzandone pure la prima incisione discografica) e ha curato la pubblicazione (ed. LIM) dello “Stabat Mater” in Sol min. Come compositore ha scritto per organo: “Sei quadri” (commissionati per l’Ostensione della Sindone nel 2015) e vari Preludi e Interludi a canti liturgici; per soli, coro e orchestra: il “Ludus Natalis”, l’Oratorio “Emmanuel”, il “Dramma liturgico della Natività” e l’Opera “I Magi”; per coro a 4 voci e organo: 4 Messe e un vasto repertorio liturgico, in parte edito da ELLEDICI e AISC. Inoltre ha elaborato a 3, 4, 5 voci circa 400 melodie sacre e popolari. L’elaborazione per coro a 4 voci di “Stille Nacht” è stata eseguita dalla Cappella Sistina nelle Messe di Natale del 2015, ’16 e ’17 (con il tradizionale testo in italiano) e trasmessa in mondovisione, come pure in mondovisione è stato trasmesso il salmo responsoriale “Lauda anima mea” per 3 solisti, assemblea, coro e organo, da lui composto per la Messa papale del Giubileo delle Università il 6 settembre 2000. Inoltre il suo canto “Cristo risorto è la nostra speranza” fa parte del Repertorio liturgico nazionale. È stato insignito del Premio “Castagna d’or” nel 1982, dell’Onorificenza “Ordine di S. Secondo” nel 2004 (per il lavoro svolto con la Corale S. Secondo, da lui fondata nel 1970 e diretta fino al 2013) e del Premio “Gener Neuv” nel 2011. Infine, la sua attività compositiva ha ottenuto un prestigioso riconoscimento nel 2014, con la vittoria del primo premio assoluto al Concorso Internazionale di Composizione “David Maria Turoldo”, che richiedeva di musicare per coro e organo 3 liriche del Frate Poeta.