Pieghevoli stampati in migliaia di copie in italiano, inglese, arabo e albanese per aiutare le vittime di violenza: è in corso la campagna informativa “Mi aiuti o non mi aiuti?” di SOS donna.
Dopo essere stati distribuiti nei Municipi, biblioteche civiche, centri di aggregazione, scuole, servizi socio-assistenziali i pieghevoli hanno raggiunto di recente gli studi dei medici di famiglia grazie alla collaborazione nata tra l‘Associazione Agar, ideatrice del progetto SOS donna, e l’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Asti (1100 iscritti). Negli ambulatori di medicina generale potranno trovarli i pazienti che attendono una visita o una prescrizione.
D’accordo i presidenti Silvana Nosenzo e Claudio Lucia nell’affermare che una buona informazione può essere determinante per chi ha bisogno di aiuto (tra i motivi che, tre anni fa, hanno ispirato la nascita di SOS donna) e che anche la comunicazione è tempo di cura (messaggio caro all’Ordine dei medici). Alla consegna dei pieghevoli nella sede dei camici bianchi erano presenti anche le dottoresse Fiammetta Penna e Liliana Villa, rispettivamente segretario e consigliere del Direttivo astigiano.
La campagna informativa “Mi aiuti o non mi aiuti?” è finalizzata a sensibilizzare la popolazione astigiana sulla necessità di aiutare le donne vittime di violenza con gesti concreti: il pieghevole, scaricabile dal sito http://sos-donna.it spiega ai cittadini come verrà tutelata la loro privacy se sceglieranno di segnalare in prima persona l’episodio di maltrattamento a cui hanno assistito. Numerosi fatti, registrati anche nell’Astigiano, indicano che alla violenza sulla donna “assistono” testimoni (vicini di casa, familiari, amici, ecc.) che vedono o sentono ciò che avviene nell’appartamento accanto, per la strada o in luoghi pubblici. Oppure che raccolgono le confidenze della ragazza/donna maltrattata.
I pieghevoli parlano direttamente al cittadino: “Una donna chiede aiuto per strada, oppure la senti piangere nella casa accanto alla tua, oppure raccogli le sue confidenze, oppure… Sono tanti i casi in cui si può essere vittime di violenza, quasi sempre per colpa di un uomo che si conosce bene: marito, compagno, fidanzato, amico, collega di lavoro… Se sei testimone di un atto di persecuzione o di maltrattamento non esitare a segnalarlo alle forze dell’ordine: la tempestività può risultare provvidenziale per la vita della vittima. I vicini di casa, le amiche, i datori di lavoro, il medico di famiglia, le parrucchiere, le estetiste, il farmacista e tutti coloro che sono al corrente di situazioni di violenza domestica possono fare molto: basta telefonare al numero Unico europeo 112, in caso di urgenza, o presentarsi alle forze dell’ordine”.
Al cittadino si ricorda che “la legge tutela la vittima, ma anche il testimone: la tua segnalazione rimarrà riservata, il tuo nome non sarà reso noto. In particolare, di fronte ad un caso di maltrattamenti in famiglia è possibile procedere d’ufficio: pertanto la testimonianza alle forze dell’ordine rappresenterà solo uno spunto dal quale muovere per costruire elementi di prova che possano reggere al processo contro l’uomo che maltratta la donna”.
Interamente femminile il team che ha lavorato alla campagna informativa, ideata dalla giornalista Laura Nosenzo, responsabile della comunicazione di SOS donna, e che ha coinvolto nelle traduzioni in inglese, albanese e arabo le mediatrici culturali Sabina Darova e Fatima Ait Kablit.
Il progetto di Agar è sostenuto dal Consiglio regionale del Piemonte (Consulta delle Elette e Consulta Femminile), Asl AT, Cisa Asti Sud, Cogesa, Anci Piemonte, Soroptimist Club di Asti, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Banca di Asti. Collabora una fitta rete di istituzioni, servizi e associazioni, tra cui Centro antiviolenza l’Orecchio di Venere, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti, Questura e Carabinieri, Comune di Asti, Istituto statale Monti, Associazione Italiana Donne Medico.