ASTI – Oggi, giovedì 7 ottobre, è stato presentato il master universitario di I livello in Assistenza Infermieristica di Famiglia e di Comunità dell’Università degli Studi di Torino. La presentazione è avvenuta presso il polo universitario” Rita Levi Montalcini” (Astiss) in piazza Fabrizio De Andrè ad Asti. Le iscrizioni saranno aperte dal 4 ottobre al 7 gennaio 2022. Tutte le attività didattiche si svolgeranno ad Astiss.
Alla conferenza stampa hanno partecipato i docenti di riferimento al master, gli amministratori, le istituzioni territoriali, la stampa. I lavori si sono aperti con i saluti del Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna (in videocollegamento), a seguire il presidente Astiss, Mario Sacco, il Sindaco, Maurizio Rasero, il direttore generale Asl AT, Flavio Boraso, poi l’intervento del prof. Valerio Dimonte, docente ordinario del dipartimento di scienze di sanità pubblica e pediatriche dell’ateneo di Torino che ha inquadrato gli aspetti didattici e formativi del master.
“Si tratta di un’importante novità – sottolinea il presidente Astiss, Mario Sacco. – La pandemia Covid-19, ancora in atto, ci insegna che occorre fare squadra e progettare con le istituzioni la formazione e l’erogazione di servizi primari ai cittadini. Il master forma figure professionali con l’obiettivo di rispondere alle nuove esigenze di sanità dei cittadini, quindi andando ad assisterli nelle realtà territoriali e nei nuclei vitali, famiglia, quartieri. Aggiungiamo un ulteriore tassello al progetto di creazione del polo territoriale della salute e del benessere”.
Per gli infermieri di famiglia il governo con apposito decreto ha previsto risorse per 10mila figure professionali. In Piemonte le professionalità previste sono 700 di cui 32 per l’Astigiano, con un rapporto di uno ogni 50mila abitanti. Si tratta di un primo passo. Il master per infermieri di famiglia sarà un’importante formazione che andrà ad aggiungersi alla laurea per infermiere professionale che si laurea ad Astiss e per la quale sono previste 75 matricole all’anno. Oltre al master di infermiere di famiglia e comunità l’università di Torino ha in cantiere, per i successivi anni accademici, l’apertura al polo di Asti di una laurea magistrale di secondo livello in scienze infermieristiche ed ostetriche, oltre master per infermiere d’urgenza e nelle terapie intensive.
IL MASTER
La recente pandemia Covid-19 ha determinato un aumento esponenziale della richiesta di cure, che ha mandato in crisi il sistema di erogazione dei servizi sia a livello ospedaliero che territoriale. Le misure di distanziamento sociale e di isolamento hanno determinato la necessità di implementare e indirizzare le azioni terapeutiche e assistenziali sempre più a livello domiciliare, per decongestionare le strutture ospedaliere e favorirne un deflusso monitorato.
Il DL 19/5/2020 n. 34 all’articolo 1, comma 5 prevede “l’introduzione dell’infermiere di famiglia o di comunità, per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da SARS-CoV-2 identificati COVID-19, anche supportando le Unità speciali di continuità assistenziale ……e i servizi offerti dalle cure primarie….”. Per questo, è stata consentita l’assunzione di circa 9.600 infermieri (8 ogni 50.000 abitanti) anche con forme a tempo indeterminato.
La Missione 6 del PNRR prevede il potenziamento e la creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità, gli Ospedali di Comunità, le Centrali Operative Territoriali), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, e lo sviluppo della telemedicina.
In particolare, viene attribuito un ruolo di primo piano all’infermiere di famiglia/comunità, sia negli ambiti dei presidi della Comunità sia nello sviluppo del sistema dell’assistenza domiciliare. Questo comporta la necessità di avere personale numericamente adeguato ma soprattutto adeguatamente formato a svolgere questa specifica funzione capillare a livello territoriale.
A luglio 2021 risulta che la percentuale di infermieri di famiglia o di comunità effettivamente inseriti nei Servizi sia ancora di molto inferiore rispetto a quella prevista dalla normativa (circa 1.380 al 25 giugno 2021, rispetto ai 9.552 previsti dal legislatore), con una disomogenea distribuzione sul territorio nazionale.
Per questi motivi si è valutato che un Master di primo livello in “Infermieristica di famiglia e di comunità” possa essere la risposta più adeguata a soddisfare i bisogni formativi in questo ambito di intervento sanitario.
In Piemonte, sulla base della popolazione e della quota indicata a livello nazionale, servirebbero circa 650 infermieri di famiglia e di comunità, da ciò la necessità di aumentare il numero di partecipanti con un aumento delle sedi di questa tipologia di master diffuso sul territorio.
L’obiettivo generale del Master è di formare un infermiere con conoscenze e competenze cliniche avanzate ed abilità tecnico-relazionali che gli consentano – coordinandosi e integrandosi con altri professionisti, durante tutto il continuum assistenziale – di agire per la promozione della salute, la prevenzione della malattia, la riabilitazione e l’assistenza ai malati ed ai morenti a livello della famiglia e della comunità.
Si segnala che secondo quanto previsto dalla Determina CNFC del 17 luglio 2013 “I professionisti sanitari che frequentano, in Italia o all’estero, corsi di formazione post-base propri della categoria di appartenenza e durante l’esercizio dell’attività professionale, sono esonerati dall’obbligo formativo ECM.“
A CHI SI RIVOLGE
Il Master è rivolto a infermieri in possesso di Laurea in Infermieristica di I livello (ex DM 509/99 e DM 270/2004) abilitante alla professione sanitaria di Infermiere classe SNT/1 e L/SNT1; Diploma Universitario per Infermiere; titoli conseguiti nei precedenti ordinamenti ritenuti idonei ai sensi della Legge 8 gennaio 2002, n.1, con l’obbligo del possesso di diploma di istruzione secondaria di II grado e l’abilitazione all’esercizio della professione.
Il profilo professionale fa riferimento al DM 739/94 art. 1 comma 5/e e alla Legge 43/2006, art. 6/c. Il possesso del master fornisce all’infermiere competenze cliniche avanzate per raccogliere ed analizzare i dati, identificare problemi, pianificare, gestire, attuare e valutare gli interventi relativi all’assistenza della persona e la famiglia. Il suo ruolo è però più ampio, comprendendo tutte le persone della comunità, sia che vivano con altri in una casa, sia si tratti di persone senza dimora e/o in qualche modo emarginate, nonché la comunità stessa. L’infermiere di famiglia e comunità gioca inoltre un ruolo importante nel potenziamento delle comunità, per incrementarne le risorse ed i potenziali e affinchè le comunità stesse riescano a trovare soluzioni proprie ai loro problemi.