TORINO – Quarto sabato consecutivo di protesta per le “Mascherine Tricolori”. Da Nord a Sud, in quasi cento piazze italiane, migliaia di italiani hanno manifestato, in modo pacifico ma determinato, contro le restrizioni del governo Conte e le misure economiche insufficienti per far fronte alla grave crisi economica e sociale connessa all’emergenza sanitaria.
Nonostante le difficoltà dovute alla presenza ancora parziale di restrizioni (che persistono anche sulle modalità di organizzazione delle manifestazioni), si è riscontrato un grande aumento di partecipazione popolare agli appuntamenti.
Grande presenza a Torino con oltre 100 partecipanti, a Milano con quasi 200 e a Roma, dove in piazza del Popolo si sono registrate circa 500 persone. Ma grande presenza anche in molte altre città come Aosta, Trento, Bolzano, La Spezia, Parma, Verona, Trieste, Ancona, Firenze, Perugia, L’Aquila, Napoli, Bari, Cagliari e Palermo. Il prossimo obiettivo è l’organizzazione di una grande manifestazione nazionale a Roma.
Aumenta soprattutto la presenza dei rappresentanti delle categorie più colpite dalla crisi connessa all’emergenza Covid-19. Nelle diverse piazze sono intervenuti ristoratori, baristi, operatori del turismo, proprietari di B&B, tassisti, ma anche lavoratori che ancora attendono la cassa integrazione, disoccupati, genitori in difficoltà.
«A quasi tre mesi di distanza dalla chiusura totale, ci sono milioni di italiani che ancora non hanno visto un euro – si legge nel volantino diffuso in tutte le piazze e nel comunicato stampa -. Siamo stanchi di sentire solo annunci da parte del governo, miliardi su miliardi che però restano solo sulla carta. Milioni di lavoratori ancora non hanno visto i soldi della cassa integrazione in deroga, per non parlare delle centinaia di migliaia di autonomi a cui il bonus Inps non è arrivato! E i finanziamenti alle imprese? La maggior parte degli imprenditori non ha avuto accesso al credito. E il reddito di emergenza per disoccupati e persone in difficoltà? Ancora non si sa se, come e quando arriverà. Il governo dovrebbe mettere in campo risorse senza precedenti per salvare quei settori, come il turismo e la ristorazione, che rischiano letteralmente di scomparire. Nonostante la fase due, migliaia di attività non hanno riaperto. Serve il blocco degli affitti, la proroga della cassa integrazione e regole vere, ma che siano chiare e applicabili. E poi vogliamo sapere quale sarà il futuro dei nostri figli, come e quando riapriranno le scuole, se esiste una strategia, uno stanziamento di fondi».
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