Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Maria Ferlisi, Capogruppo Partito Democratico nel Consiglio comunale di Asti
L’accoglienza riservata all’assessore Marrone al suo arrivo ad Asti, in piazzale De André venerdì scorso, è stata fin troppo pacata e rispettosa, ma meno rispettoso è stato lui che a poco più di un mese dalla vicenda della chiusura del Maina Casa di riposo città di Asti, dove sicuramente non si è fatto notare per la sua presenza, o per un progetto o una soluzione per i 120 anziani trattati come pacchi da spostare e i circa 150 dipendenti liquidati senza se e senza ma da un momento all’altro la vigilia di Natale, dove nulla ha fatto e nulla ha detto affinché il disastro della chiusura del Maina non si portasse a compimento.
Trovandosi di fronte i manifestanti, ormai ex dipendenti di quella che era non solo la più grande casa di riposo del Piemonte ma anche un centro diurno, un centro Alzheimer un centro accoglienza maschile e tanto altro ancora, oltre all’affezione che la città aveva per quella realtà e oltre al fatto che era un luogo di lavoro (di un lavoro che necessita d’amore verso il prossimo, di attenzione e di cura per chi è più debole e verso la fine della propria esistenza), l’assessore non ha potuto far altro che dare loro un appuntamento per ascoltarli, come se fosse successo tutto in quel momento! Veramente si rimane basiti!
Chissà se l’assessore Marrone, in tour per il Piemonte, sapeva di essere a due passi dalla struttura ormai vuota che è stata la storica casa di riposo Maina città di Asti. Non è venuto quando stava succedendo una cosa spiacevole alla memoria storica di questa città che coinvolgeva un numero importante di anziani astigiani, ma viene adesso, fuori tempo massimo, a presentare un progetto “La scelta sociale” che sicuramente gli porterà consensi.
È un bonus, la “Scelta sociale”, darà sollievo economico alle famiglie e sappiamo bene quanto oggi ce ne sia bisogno. Si tratta di fondi europei e non regionali o comunali e comunque l’importante è che aiutino le persone non autosufficienti e le loro famiglie, su questo non ci piove!
Peccato che non siano Fondi sanitari Lea cioè Livelli Essenziali di Assistenza, ma contributi una tantum, infatti scadranno nel 2024. Occorrerà avere una serie di documentazioni compreso lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale con le quali è possibile accedere ai servizi online della pubblica amministrazione) e da cosa mi è dato sapere l’assessore non ha fatto nessuna convenzione con la rete dei CAF che avrebbero potuto aiutare le famiglie nella compilazione delle pratiche. Purtroppo per dare una giusta risposta all’emergenza della non autosufficienza, di persone anziane o persone disabili, ci vorrebbe molto di più.
In realtà quello che serve è:
- Aumentare e rendere obbligatoria la spesa sanitaria annuale regionale per convenzioni residenziali in RSA
- Serve inoltre innalzare la quota sanitaria delle rette in RSA
- Rivedere i criteri sociali di accesso ai posti letto in convenzione in RSA
- Formare più medici infermieri e assistenti sociali
- Finanziare con fondi sanitari anche le prestazioni domiciliari di assistenza tutelare professionale della persona (ad esempio la cura e l’igiene della persona) e non solo quelle che si trovano nelle strutture residenziali. Oltre a tener conto del lavoro che enti specializzati
La popolazione Piemontese è in diminuzione. I risultati delle previsioni IRES (Istituto di Ricerche Economico Sociali) del Piemonte, danno una previsione per quanto riguarda i cambiamenti della popolazione offrendole a chi ha il compito di decidere quale politiche attuare sul nostro territorio. Nei prossimi 15 anni emergono significativi cambiamenti, alcuni più noti, come l’aumento delle persone anziane e la diminuzione dei giovani, e questo comporterà ricadute sul sistema sanitario nazionale e sulle famiglie.
Una più prolungata convivenza dei due partner anziani nelle coppie potrà avere risvolti positivi quando la salute permetterà loro di accudirsi a vicenda ma potrà creare situazioni familiari e sociali molto difficoltose quando entrambi i partner avranno bisogno di cure e assistenza.
Inoltre di fronte all’instabilità matrimoniale e relazionale di questa fase storica si renderà necessaria un aumento di sostegno da parte del sistema di welfare che con questa tendenza potrebbe contare sempre meno sulla disponibilità di impegno delle famiglie nella cura dei propri cari, oltre ad altri fattori come il prolungamento della vita lavorativa e l’innalzamento dell’età pensionistica.
Occorre sostenere maggiormente, anzi soccorrere sufficientemente, il sistema di cura Piemontese, i dati parlano chiaro, in Piemonte vi sono e vi saranno più anziani che giovani e solo la programmazione di oggi potrà riservare una vita dignitosa agli anziani di domani.
Maria Ferlisi – Capogruppo Partito Democratico nel Consiglio comunale di Asti