Maltempo nell’Astigiano: ingenti i danni all’agricoltura

Da Moncalvo a Grazzano Badoglio, da Coazzolo a San Marzano, grandine, forte vento e bombe d'acqua hanno colpito duro vigneti, orti e anche le infrastrutture
Uve Barbera danneggiate dalla grandine del 2 agosto 2020

E’ stato un fine settimana funestato dal maltempo nell’Astigiano. Sabato e domenica più perturbazioni con nubifragi e grandinate hanno disseminato danni, sia alle strutture e alle infrastrutture delle aziende agricole che alle colture. Sabato sera è stata particolarmente colpita la zona ricompresa fra Moncalvo, Grazzano Badoglio e paesi limitrofi con raffiche di vento impressionanti che hanno scoperchiato edifici, abbattuto alberi, allagato campi, danneggiato seriamente le serre.

 

A Cascine Napoli di Grazzano, a Cioccaro di Penango e a Moncalvo sono stati addirittura allettati interi vigneti, abbattuti dalle fortissime folate del vento e dalla grandine. La perturbazione si è estesa fino verso i comuni di Cortanze, Piea, Montechiaro d’Asti e zone limitrofe.

Domenica quasi la stessa situazione con maggiori danni causati dalla grandine nei comuni di Coazzolo, Castagnole Lanze e parte dei paesi confinanti, San Marzano Oliveto, fino verso Nizza Monferrato e Agliano Terme. Ovviamente i danni non possono considerarsi uniformemente distribuiti, ma un po’ a macchia di leopardo, informano i tecnici di Coldiretti Asti che ancora in queste ore stanno verificando la situazione un po’ su tutte le colture e in tutta la provincia stretta nella morsa di nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua, ruscellamenti e grandinate.

«Purtroppo – sottolinea il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furiai danni sono comunque ingenti, sia alle strutture che alle colture, con particolare interessamento delle zone orticole e viticole dove le uve risultavano molto esposte, anche per l’annata particolarmente precoce sotto il profilo della maturazione. C’è anche una peculiarità da rilevare: in pochissimi minuti si è concentrata la caduta di ingentissima quantità di acqua. Si tratta delle cosiddette “bombe d’acqua”, un fenomeno che in questi giorni possiamo quantificare come l’immissione sul territorio, in circa 5/10 minuti, di tanta acqua quanto normalmente ne cadrebbe in tre giorni».

«La grandine è la calamità più temuta dagli agricoltoririleva Marco Reggio, presidente di Coldiretti Astie se associata al forte vento diventa ancor più devastante. In questa stagione provoca danni talvolta irreparabili alle coltivazioni vanificando il lavoro di un intero anno. Sono sempre più frequenti questi eventi estremi con l’alternarsi di caldo anomalo, siccità, bombe d’acqua, grandinate violente con un impatto devastante sull’ambiente, l’economia, il lavoro e il turismo. L’acqua per poter essere assorbita dal terreno deve cadere in modo continuo e non violento mentre gli acquazzoni aggravano i danni e il pericolo di frane e smottamenti. Lo sconvolgimento dei normali cicli stagionali impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio».

«Anche dal punto di vista prettamente tecnico – conclude Furiale precipitazioni violente ed improvvise costringono le aziende agricole a variare continuamente i piani di lavoro con grandi sforzi organizzativi e, soprattutto, ad attuare immediatamente programmi di difesa agronomica e sanitaria delle colture. In questo senso i tecnici Coldiretti stanno intervenendo a supporto delle aziende agricole colpite».

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