I mostri del disco sono costruiti unendo e sintetizzando tutte le esperienze legate al jazz e all’improvvisazione, che lo hanno formato non solo come musicista.
Demogorgon è il mostro della serie Stranger Things, il mostro del mondo oscuro. Di Filippo ha immaginato un mostro che vaga nel lato oscuro del jazz. Alì Bomayè è un omaggio, attraverso la figura di Mohamed Ali, alla stagione delle battaglie civili che aveva come sottofondo la grande rivoluzione del free jazz afroamericano che continua con J.J. omaggio a Joseph Jarman. Susanoo no mikoto è un viaggio in solitaria e pieno di insidie e destinato alla sconfitta, celebrata però, come nella tradizione giapponese. Glavny, la stazione ferroviaria di Novosibirsk dove comincia la transiberiana, e Gondar, città dell’Etiopia, sono i mostri costruiti con le esperienze e le impressioni fatte nei viaggi. Hapaloclahona è il mostro nascosto e mimetizzato dietro le cose apparentemente innocue: è infatti un bellissimo e variopinto polpo dal morso istantaneamente letale. S. e C. sono dedicate alle persone fondamentali della sua vita. I mostriciattoli numerati sono i brani dedicati a chi ascolterà il disco che, a seconda delle vibrazioni che ne riceverà e se vorrà, potrà intitolare a suo piacimento.
Nel disco, Di Filippo alterna sassofoni tenore, contralto e soprano in dialogo con la batteria di Remondino. Ospite speciale in tre brani del progetto è il chitarrista Filippo Cosentino, con la chitarra classica e chitarra baritona.
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