NOVI LIGURE (AL) – «Fin da bambino ho avuto un’attrazione per le colline, per le vigne e per il mondo rurale». Del proprio lavoro parlava in questo modo Stefano Bellotti, proprietario dell’azienda agricola la “Cascina degli Ulivi” mancato lo scorso venerdì 14 settembre. Chiunque lo potrà facilmente ricordare come un vero e proprio pioniere e guru dei “vini naturali”, che produceva nel pieno rispetto della natura e della biodinamica, curandoli nel minimo dettaglio con il grande impegno che dedicava alle sue colline, quelle dei Gavi nel Sud Piemonte.
Ereditando l’azienda familiare, appartenente ai Bellotti sin dal 1930, Stefano aveva continuato la tradizione, curando e coltivando la terra natia a partire dal 1977, quando alla sola età di 18 anni aveva iniziato a occuparsi di agricoltura. E la passione non gli è mai mancata, nemmeno negli ultimi istanti di vita. Sebbene abbia lasciato troppo presto le sue colline, stroncato da una lunga malattia a soli 59 anni, Stefano non ha mai abbandonato il luogo che gli era più caro al mondo: è morto, infatti, mentre stava vendemmiando i suoi amati grappoli.
Nel corso della sua attività lavorativa, Bellotti era anche diventato presidente della sezione italiana di “Renaissance des Appellations”, l’associazione di vignaioli creata da Nicolas Joly nel 2001 che attualmente raggruppa oltre 160 produttori da tutto il mondo agiscono nell’assoluto rispetto dell’agricoltura biodinamica. E ancora, saranno anche i suoi vini a continuare a parlare di lui: dai provocatori e semplici “Semplicemente Vino Bellotti Bianco” e “Semplicemente Vino Bellotti Rosso” ai grandi Gavi come il “Filagnotti” o il “Montemarino”, che nascono da vigne di oltre sessant’anni.
Struggente l’annuncio della sua scomparsa sulla pagina Facebook di Cascina degli Ulivi: «Stefano – si legge – è venuto a mancare questa mattina. Tutta la Cascina è molto scossa e trova grande sostegno in tutto l’affetto con cui la state confortando. La Cascina, frutto della mente visionaria di Stefano, si stringe attorno a tutta la sua famiglia, e trova, nella sua Comunità, le forze per non cadere e provare a sorreggere Ilaria, figlia Adorata di Stefano, in questa perdita. Siamo certi che in tanti conosciate, o addirittura abbiate scelto di condividere, la filosofia di Stefano. Continuare a crederci, praticarla e diffonderla è il modo migliore per ricordarlo. Stefano, già manchi; alla tua Cascina, tutta». Delicato anche il pensiero di un collega, il canellese moscatista Gianluigi Bera, che lo ricorda così: «Ciao Stefano. Sei stato il nostro Prometeo. Sarai sempre una parte di noi».