Lupo attacca in pieno giorno alcune oche a pochi chilometri dal centro di Asti

Un fenomeno in espansione a livello Europeo. Stimati 4-5 branchi nelle colline monferrine

Dopo pandemia, caro energia e guerra, come se non bastasse, una nuova uova minaccia incombe sugli allevamenti astigiani. Si tratta dei Canis Lupus Italicus, i lupi, sempre più in espansione in tutt’Europa e, parimenti, nelle colline monferrine.

La loro presenza è, ormai, conclamata. Dei circa 3300 esemplari stimati in Italia (Ispra 2022), di cui 600 sulle Alpi piemontesi, nelle colline monferrine potrebbero risiedere 4 o 5 branchi (fonte guardia parco, naturalista ed esperto di lupi Luca Giunti); un dato, tuttavia, impreciso essendo, quella corrente, una stagione di dispersione, con i giovani lupi che percorrono fino a diverse centinaia di chilometri per trovare casa.

Come molti animali selvatici, i lupi hanno “un indirizzo preciso” entro il quale nessun altro inquilino può addentrarsi. Il territorio di un branco è indicativamente circoscritto a circa 250 chilometri quadrati.

Gli avvistamenti, così, come i segni del loro passaggio stanno mettendo sempre più in allarme e in allerta la popolazione, impreparata a gestire la nuova “convivenza”, rispetto ad un fenomeno consolidato senza precedenti in Italia. Del resto, là dove il bosco ha conquistato spazi, hanno trovato nuova dimora, tra gli altri, cervi, cinghiali e, conseguentemente, anche i lupi.

Sebbene l’ultimo episodio di aggressione all’uomo risalga alla fine dell’Ottocento (in ambito europeo), e si riferisca ad un caso straordinario causato da condizioni altrettanto straordinarie, nessuna rassicurazione per gli allevatori e/o i cittadini con animali da cortile che, invece, vedono minacciati i loro allevamenti e/o piccoli nuclei d’affezione.

Tra gli ultimi casi, settimana scorsa è stata attaccata l’Azienda Agricola del presidente Donne Impresa di Coldiretti Asti Monica Monticone, a non più di 4 chilometri dal concentrico astigiano. Alcuni lupi, o ibridi, hanno preso di mira quattro oche d’affezione finendole sul posto. Anche l’unico ocone inizialmente sopravvissuto, malgrado la grave aggressione, è morto il giorno dopo. Un bilancio sconcertante che, oltre ad impattare emotivamente per cruenza, pesa gravemente sulle economie aziendali.

Sul caso, ovvero, sul fenomeno crescente, siano lupi o ibridi, Coldiretti  Asti torna a richiamare l’attenzione ritenendo oltremodo necessario non sottovalutare il problema, prima che diventi incontrollato.

Un altro aspetto preoccupante, è l’over-kill, ossia, l’aggressione collettiva a più capi. Di norma il lupo uccide e consuma tutto in loco, abbandonando la preda solo se disturbato. Quando deve portare il cibo ai piccoli, prima lo ingurgita e poi lo rigurgita. I casi di over kill, o surplus killing, invece, si verificano quando il lupo entra in uno spazio chiuso/recintato e vi è la presenza di altri capi impossibilitati a scappare.

Ad oggi, il lupo è un esemplare protetto e, pertanto, in Italia e in Europa esistono misure d’intervento per abbatterli solo in presenza di casi reiterati, là dove siano risultate vane tutte le misure preventive (recinzioni, cani da guardiania, ecc.).

In caso di avvistamento, dunque, si rende necessario segnalarne la presenza alle autorità preposte, siano essi l’Asl, piuttosto che il sindaco, i carabinieri o i forestali.

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