Riceviamo e pubblichiamo la riflessione a firma di Gabriella Sanlorenzo.
Il 19 aprile si terrà ad Asti un incontro dal roboante titolo: “Lotta agli sbarchi”. Gli organizzatori forse non sanno che nella stessa città si è tenuto un “percorso di formazione rivolto a insegnanti e aperto a tutta la cittadinanza” intitolato: “Frontiere” e organizzato dalla rete Welcoming Asti presso il circolo Acli “Foyer delle Famiglie”, un vero peccato! Sarebbe stato molto istruttivo per loro, com’è stato per i numerosi partecipanti, ascoltare le parole del professor Maurizio Ambrosini, dell’Università di Milano, durante il primo incontro.
Infatti il professore, anche direttore di “Mondi migranti”‘, rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali, ha dato un quadro interessante e direi controcorrente riguardo il tema dell’immigrazione, basandosi su dati reali.
La parte che più mi ha colpito è stata quella che ha raccontato come “rappresentazione” e “evidenza statistica” del fenomeno migratorio in Italia siano piuttosto lontani tra di loro.
Qualche esempio:
La rappresentazione (fomentata da una certa parte politica, ovviamente) dipinge una situazione di immigrazione in aumento drammatico, mentre l’evidenza statistica ci dice che i dati sono stazionari.
Altro dato contrastante tra percezione e realtà è la motivazione per cui entrerebbero in Italia tanti migranti: sarebbe percepito che il motivo prevalente è la richiesta d’asilo, mentre la realtà è che le motivazioni di ingresso di stranieri sono costituite prevalentemente da lavoro e famiglia, e l’asilo risulterebbe marginale.
La percezione farebbe dire agli Italiani che stiamo assistendo a una immigrazione prevalentemente maschile, mentre si tratta al contrario di un fenomeno maggiormente femminile.
I migranti sono percepiti inoltre essere prevalentemente musulmani, mentre la maggioranza è costituita da appartenenti alla religione cristiana.
Trattando poi l’aspetto economico del fenomeno, si pensa in genere che l’immigrazione sia addirittura dannosa per le finanze dello Stato, mentre Ambrosini ha dimostrato che è assolutamente vantaggiosa, con un saldo positivo per lo Stato per più di 1 miliardo di Euro.
E veniamo ai barconi: i migranti che riescono a entrare nel nostro Paese su imbarcazioni per lo più di fortuna e che sopravvivono ai tanti, troppi che invece annegano nel Mediterraneo (più di 3.000 morti solo nel 2023 – dato Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) sono una minima parte: i più infatti entrano con altri mezzi, e addirittura in maniera legale. Basta un visto turistico (ma non disponibile per tutte le Nazioni di provenienza) che poi, allo scadere, renderà illegale la presenza dello straniero che non lo può rinnovare.
Di che cosa stiamo parlando allora?
Forse solo di un argomento che alcuni politici usano per fomentare paure e odio, che non fanno certo bene alla nostra convivenza civile.
E, per tornare al titolo, la sola lotta che si vede necessaria è ancora una volta la lotta all’ignoranza (dal latino ignorantia, formato dal privativo “in” e dalla radice del verbo “(g)noscere”, dunque “mancanza di conoscenza”), che spesso può risultare molto pericolosa.
Gabriella Sanlorenzo