Liliana Segre cittadina onoraria di Asti

Dopo le minacce subite soprattutto online nei giorni scorsi, la senatrice a vita Liliana Segre (89 anni), deportata nel campo di concentramento di Auschwitz e liberata nell’aprile del 1945, è sotto scorta. La testimone dell’orrore dello sterminio nazista è bersagliata da insulti e minacce, proprio lei che da sempre contrasta l’intolleranza, il razzismo, l’istigazione all’odio e alla violenza. La notizia ha avuto una eco non solo nazionale.

È giunto pochi giorni fa il comunicato del nostro sindaco Maurizio Rasero, nel quale si annuncia che la senatrice Liliana Segre diventerà cittadina onoraria di Asti.  Durante la prossima Giunta sarà adottata una delibera con cui il Comune avvierà la procedura per il conferimento della cittadinanza onoraria alla Segre, che verrà successivamente sottoposta all’approvazione del Consiglio Comunale.

La prima a lanciare la proposta è stata Angela Motta, consigliera comunale di Italia Viva.
Diamo un segnale inequivocabile di condanna – si legge nel comunicato della Motta – contro i rigurgiti di discriminazione e odio. Il Comune ha nello Statuto una chiara motivazione per insignire Liliana Segre della cittadinanza onoraria: il principio della fraternità. Dobbiamo esprimere solidarietà alla Segre, ribadendo l’impegno a preservare la memoria della storia e ad averne rispetto, per non dimenticare ciò che è accaduto in passato e fin dove può portare l’odio. Un gesto, quello della cittadinanza alla senatrice, che vuole ricordare anche gli astigiani a cui è toccato provare l’odio razziale sulla propria pelle, a partire dalla consigliera comunale Enrica Jona, indimenticabile testimone della Shoah”.

La proposta è stata commentata dal vicesindaco di Asti Marcello Coppo, che in una nota dice: “Faccio notare che anche mio nonno materno, pur non essendo ebreo, è stato imprigionato in un campo di concentramento, e ancora dopo molto tempo il suo ricordo di quell’esperienza era vivo. Sulle motivazioni non c’è nulla da dire, se non una completa apertura alla proposta. Da parte mia non vi sarà alcun ostacolo alla cittadinanza onoraria alla senatrice Segre; c’è solo un po’ di tristezza per chi la strumentalizza per basse logiche di bottega partitica”.

Maria Ferlisi, capogruppo comunale del Partito Democratico di Asti, ha diffuso: “Cultura e memoria sono l’unico modo che abbiamo per conservare conoscenza con coscienza, o per abbracciare  le ferite della storia che tramanda il ricordo di fatti gravi affinché non si ripercorra l’orrore di quel tempo. Oggi basta un cenno e il passato ci passa davanti e ci porta al fallimento di tanti anni di cultura europea; la scorta alla senatrice Liliana Sagre ne è il segno tangibile. Tutti noi  dovremmo difendere ciò che rappresenta ed essere la sua scorta”.

Il consigliere comunale Mario Malandrone si complimenta con Rasero, circa la decisione di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. “È un primo passo – si legge in una nota di Malandrone – ma poi va accompagnato con la dedizione educativa al rispetto e alla memoria. Si è andati oltre la querelle e il sindaco ha dato l’assenso: ha fatto ciò che è doveroso per ciò che la Segre rappresenta. È doveroso perché la politica ha bisogno di esempi, contro la politica urlata e l’odio. È doveroso perché la storia di Asti e delle famiglie ebree si intrecciano. Occorre  investire su cultura, memoria e storia. Su questo vorrei che il sindaco riflettesse, la cittadinanza si costruisce con l’educazione e la formazione. Quindi è doveroso non solo dare una cittadinanza, ma fornire strumenti. La cittadinanza alla Segre è un antidoto che un’Istituzione prende contro le barbarie, anche come occasione di riflessione sul limiti che non devono essere valicati, che siano odio online o di persona, bullismo politico o esclusione. Se Asti si dice città del rispetto, fa bene a darsi questa occasione di riflessione e scelta in nome dei valori costituzionali, e la si porti avanti insieme: maggioranza e minoranza”.

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