Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, un testo con il quale Piero Fassi (“uomo di Palio” e per molti anni celebre patron del ristorante stellato “Gener Neuv”) invita a non abbandonare i fedeli animali domestici.
Non ricordo mia madre, peggio ancora mio padre. E’ brutto non sapere, credetemi. Sono cresciuto in un centro di accoglienza. Di questo ringrazio il destino. Quando mi abbandonarono qui, non credevo ci fossero anime senza cuore così. Ma tutto sommato le ho stimate per avermi scelto un tetto in una comunità che un piatto di ottimo cibo per due volte al giorno mi è assicurato senza dovermelo guadagnare. Mi manca la famiglia che mi ha abbandonato senza conoscerne il motivo. Ma ormai sono passati mesi e mi sono messo il cuore in pace vivendo bene ugualmente in questo “istituto” in cui ho trovato tanti miei pari.
Un giorno in fondo al vialetto che porta alla mia residenza, vedo una coppia di persone con un bimbo che si avvicinavano. Il mio istinto, il mio buon fiuto suggerivano che erano li per me. Eccoli che parlano con il direttore e dopo pochi attimi aprono la mia porta e mi consegnano, facendomi capire che sarei stato ospite a casa loro, in famiglia. Così fu. Non vi dico la gioia. Il solo rammarico, il dispiacere di lasciare i miei compagni. Ma come potevo rinunciare, mi mancavano le parole.
Con il bimbo ci siamo subito piaciuti. Un affetto fulmineo nell’intenderci. Eccoci nella nuova casa. Un giardino grande nel quale potevamo scorrazzare dietro ad un pallone. Il mio posto a tavola era al suo fianco con i genitori. La cameretta non tanto grande ma ci bastava per entrambi. Ero ancora piccolo ma comunque non potevo conoscere l’orologio. Ma l’abitudine nel vedere l’alba tra le fessure delle tapparelle, capivo che era l’ora di alzarsi dal letto. Mi avvicinavo e con un mio particolare modo lo svegliavo. L’abbraccio era di grande sincero affetto che mi aiutava a stare bene tutto il giorno. La buona ospitalità mi faceva dimenticare la vecchia residenza. Ma ecco che le cose, quando ti vanno alla perfezione, il gramo destino mette del suo.
Tutto il bene che mi hanno dimostrato, alla fine era solo un sfizio loro. Un desiderio di avere un qualcosa di diverso in famiglia. Il finale di questo idillio è triste e anche cattivo. L’ho constatato e letto nei loro occhi. Ma non in quelli del mio piccolo amico che era sincero e non più affettuoso come due ore prima.
Perché mi avete illuso di fare parte della vostra famiglia? Perché mi avete tolto dalla mia vecchia residenza in cui avevo trovato un vero affetto e rispetto, anche se di altro sangue. Perché mi avete lasciato in un campo lontano da abitazioni mentre andavate in vacanza? La mia indole è quella di darvi il mio amore e fedeltà per tutta la vita Con che coscienza vivete? Senza conoscere quell’amore che sappiamo darvi? Certamente non farete una vita felice e questo per sempre. BAU-BAUU E ANCHE MIAO-MIAOO