Le precisazioni di Asp sulla causa contro la Casa del Consumatore

L’Asp ha inviato una nota che pubblichiamo integralmente in merito alla causa contro la Casa del Consumatore di cui avevamo parlato qui.

 

Nel 2020 Asp citava in giudizio la Casa del Consumatore per lesione all’immagine derivante dalla pubblicazione di un asserito studio sulle percentuali di evasione tariffaria nell’ambito del servizio del trasporto pubblico locale di Asti.

Va premesso che la sentenza è intervenuta su un fatto del 2019, a sua volta poggiante su dati del 2016 e 2017 ricostruiti dalla Casa del Consumatore in modo “ipotetico” e “opinabile”, per usare le espressioni puntuali contenute nel provvedimento giurisdizionale stesso. Si concorda allora con il Consigliere delegato Berzano quando afferma che è meglio ragionare sui dati reali e attuali.

È il caso di notare pertanto che il tasso di evasione tariffaria del trasporto pubblico locale ad Asti nel 2023 è stato pari all’ 8,52%, mentre il dato nazionale ufficiale più aggiornato si aggira intorno al 20% (fonte ASSTRA).

Nei passaggi della sentenza in cui viene trattato il tema dei numeri e delle metodologie di calcolo utilizzati dalla casa del Consumatore nella pubblicazione del 2019 contestata da Asp, e relativi a una percentuale di evasione tariffaria ad Asti asseritamente elevata (30%), si legge che “si è, chiaramente, in presenza di ambiti di valutazione, connotati da amplissimo margine di valutazione tecnico-discrezionale – che fa uso di strumenti di calcolo/formule matematiche, operanti per approssimazione – e non già di “fatti” oggettivi e certi”.

Il provvedimento giurisdizionale, pur non riconoscendo il danno all’immagine di Asp, poichè inquadra l’operato della Casa del Consumatore come diritto di critica politica, dice molto di più e cioè che quanto affermato dalla Casa del Consumatore nel 2019 non è oggettivamente vero, anzi.

Proseguendo nella lettura delle motivazioni è possibile leggere che la ricostruzione sulla presunta percentuale di evasione tariffaria eseguita nel 2019 dalla Casa del Consumatore è “ipotetica” e “opinabile”.  Proprio per questo motivo, si legge, si tratta di un “diritto di critica, motivato e strutturato sul “possibile”, non già sul “vero”.

Inoltre, secondo la sentenza, i punti di vista offerti, per quanto opinabili o di parte, rientrano nell’alveo di una discussione di carattere politico, siccome afferente a temi di interesse generale, affrontati riportando una lettura soggettiva del fenomeno e delle problematiche connesse.

Infine, relativamente alle critiche mosse dalla Casa del Consumatore nei confronti dell’Asp, all’interno della pubblicazione del 2019, il provvedimento precisa che anche in questo caso trattasi di opinioni soggettive, visto che le tematiche affrontate non hanno carattere “certo” e “oggettivo”, ma sono piuttosto inquadrabili come censure di tipo politico.

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