In occasione del tempo di Quaresima e della Pasqua, dopo due anni di silenzio forzato a causa della pandemia di Covid-19, il Museo Diocesano torna a confrontarsi con il Mistero della Passione di Gesù attraverso l’espressione artistica.
“Mai come nei due anni scorsi a causa del Covid e ancora in queste ultime settimane con una cruentissima guerra alle porte dell’Europa, l’umanità intera è stata obbligata a caricare sulle proprie spalle il peso della croce e a mettersi in cammino. E quando quel fardello non è dolore fisico, diventa sofferenza dell’anima causata dalla paura, dal lutto e dall’incertezza per il futuro che la attende. Il dolore che fu di Gesù, uomo fra gli uomini, sulla via che lo condusse al salvifico sacrificio supremo diventa, oggi come sempre, il dolore dell’umanità tutta”, dicono dal Museo.
Gesù, uomo eternamente contemporaneo piegato sotto il peso della propria croce, è quello che ci presenta l’incisore sassarese Giovanni Dettori nelle sue xilografie. L’artista si svincola da una iconografia troppo spesso oleografica delle stazioni della Via Crucis e distilla la narrazione degli avvenimenti nel puro atto del loro compiersi. Questo progressivo processo di raffinatura della rappresentazione porta l’artista a liberarsi anche dello spazio fisico in cui si svolgono le scene, inghiottito da un’oscurità insondabile. Ma la negazione di questo spazio fisico spalanca in sua vece uno spazio metafisico nell’anima dell’osservatore in cui possono riecheggiare vividi, intensi e allo stesso tempo intimi i rumori, le voci, le grida dell’actus tragicus. Le scelte iconografiche vengono, infine, esaltate dal profondo dialogo dell’artista con i legni che incide: ne scaturisce una luce che non accarezza né avvolge le superfici delle figure con distese campiture, bensì le innerva, quasi a volersi scindere in infinite particelle in moto perenne.
«Guardatele queste pie donne che esclamano, non c’è alcun dubbio, “Fillu meu!”, perché tutti siamo madri quando qualcuno soffre così vistosamente davanti a noi. E la forza di queste incisioni di Dettori è magari proprio questa: il portato “sardo” della sua mano: la forza del segno, l’inchiostratura potente, certi volti e certe espressioni (che sono visive ma anche verbali) in qualche modo ambientano questa Passione in una terra che è riconoscibile, ma anche comune. Voglio dire che stavolta le radici sarde non fanno velo alla qualità del risultato: sono un tutt’uno, e magari perché l’incisore ha sovrapposto quella Via Crucis a quella di una terra, la sua terra, che di stazioni di dolore ne ha passate tante». (Stefano Salis)
Giovanni Dettori è nato a Sassari nel 1972 e risiede a Porto Torres. Nell’anno accademico 1998-1999 ha conseguito il Diploma di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari. Nel 1999 ha partecipato ad uno stage d’incisione presso EXMA Cagliari con il maestro argentino Oscar Manesi. Incisore e disegnatore, pratica l’attività calcografica dal 1998 ed opera con tutte le tecniche. Stampa in proprio. Dal 1998 ha allestito numerose personali e collettive. Grazie all’incontro con Hiroaki Asahara, artista giapponese residente in Piemonte, ha appreso il metodo di creazione di carta tipica giapponese. Grazie a questa esperienza può realizzare la carta che utilizza per le sue stampe calcografiche e xilografiche.
Il percorso espositivo, con il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Asti, Città di Asti, Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, Progetto Città e Cattedrali, Associazione Nazionale Incisori Contemporanei, è curato da Gianfranco Schialvino.
L’accesso al Museo Diocesano San Giovanni avverrà secondo le attuali prescrizioni di sicurezza.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 2 aprile al 15 maggio con il seguente orario: venerdì 16-19, sabato e domenica 9,30-13 e 16-19, nei restanti giorni della settimana su prenotazione all’indirizzo museo@sicdat.it oppure al 351.707.7031. Possibilità di visite guidate su prenotazione.
Per tutta la durata dell’evento l’ingresso al Museo Diocesano sarà con offerta libera.
RECAPITI
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