La Belle Époque rivive ad Asti: il travolgente mondo di Giovanni Boldini in mostra a Palazzo Mazzetti

Questa mattina la conferenza stampa di presentazione con il prof. Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi e Mario Sacco – Foto R.S.

ASTI – A Palazzo Mazzetti, da domani 26 novembre al 10 aprile 2023, una straordinaria mostra dedicata a Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931) con oltre 80 opere.

La nostra città rende omaggio a uno dei maggiori protagonisti della pittura della Belle Époque parigina.

Dopo le mostre di Chagall, Monet e i Macchiaioli,  la Fondazione Asti Musei in collaborazione con  Arthemisia ora punta a richiamare folle di visitatori con questo nuovo progetto, a cura di Tiziano Panconi, tutto dedicato a Boldini. Il genio della pittura ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria. I salotti, le nobildonne e la moda: questo è il travolgente mondo di Giovanni Boldini.

Giovanni Boldini La signora in rosa, 1916 Olio su tela, 163×113 cm Museo Giovanni Boldini, Ferrara

La mostra è stata presentata questa mattina alla conferenza stampa in cui hanno preso la parola Mario Sacco, presidente Fondazione Asti Musei, l’assessore alla Cultura Paride Candelaresi, il curatore della mostra Tiziano Panconi, la presidente di Arthemisia Iole Siena e  il Sottosegretario al Ministero della Cultura Vittorio Sgarbi.

In esposizione 80 opere – tra cui Signora bionda in abito da sera (1889 ca.), La signora in rosa (1916), Busto di giovane sdraiata (1912 ca.) e La camicetta di voile (1906 ca.) – sono protagoniste di una narrazione cronologica e tematica al tempo stesso. Una ricca selezione che esprime al meglio la maniera di Boldini, il suo saper esaltare con unicità la bellezza femminile e svelare l’anima più intima e misteriosa dei nobili protagonisti dell’epoca.

Giovanni Boldini Ritratto di ballerina, 1900 ca. Olio su tela, 57×31,5 cm Collezione privata Courtesy Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli

Una mostra che pone l’accento sulla capacità dell’artista di psicoanalizzare i suoi soggetti, le sue “divine”, facendole posare per ore, per giorni, sedute di fronte al suo cavalletto, parlando con loro senza stancarsi di porle le domande più sconvenienti, fino a comprenderle profondamente e così coglierne lo spirito, scrutandone l’anima.

Farsi ritrarre da Boldini significava svestire i panni dell’aristocratica superbia di cui era munificamente dotata ogni gran dama degna del proprio blasone. Occorreva stare al gioco e accettarne le provocazioni, rispondendo a tono alle premeditate insolenze ma, infine, concedersi, anche solo mentalmente, facendo cadere il muro ideologico dell’alterigia, oltre il quale si celavano profonde fragilità.

La mostra Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque, con il contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con Arthemisia, con il patrocinio della Provincia di Asti e vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti. Catalogo edito da Skira.

Sei sezioni tematiche

Attraverso 80 opere, la mostra si articola in sei sezioni tematiche – Il viaggio da Ferrara a Firenze, verso Parigi; La Maison Goupil; La fine del rapporto con Berthe, Gabrielle e i caffè chantant; Il “soffio vitale” nel ritratto ambientato; Il gusto fin de siècle; Le nouveau siècle – che seguono gli anni di attività di Boldini e ne narrano la completa parabola espressiva.

Prima sezione – Il viaggio da Ferrara a Firenze, verso Parigi

Nel 1863 ottenne 29.260 lire quale parte dell’eredità lasciata anni prima dal prozio paterno, somma che nel volgere di qualche mese (1864), gli consentì di lasciare per sempre Ferrara e raggiungere il principale centro culturale e artistico dell’epoca, Firenze, entrando in stretto contatto con i Macchiaioli e stringendo amicizie fondamentali come quella con Telemaco Signorini.

Seconda sezione – La Maison Goupil

Nell’ottobre del 1871, quando risiedeva a Firenze e terminati i viaggi che si alternarono fra Ferrara, la Francia e l’Inghilterra, Boldini si trasferì definitivamente a Parigi, abitando inizialmente nell’Avenue Frochot e poi a Place Pigalle con la modella e compagna Berthe e iniziando una stretta collaborazione con il potente mercante Goupil, conclusasi nel 1878.

Terza sezione – La fine del rapporto con Berthe, Gabrielle e i cafè chantant

Sulla rive droite della Senna, nella zona tra la collina di Montmartre e Place Pigalle – dove il peintre italien visse, al numero 11, fino al 1886 – si trovavano vere e proprie “case d’artista”. Sullo stile di vita bohémien e sul clima decadente delle piccole strade che correvano sconnesse fra gli slarghi e le vigne della vecchia provincia agricola, la sera si apriva lo scandaloso sipario del demi-monde, inondato dall’alcol e gremito di prostitute i cui clienti abituali erano gli stessi mariti ed “irreprensibili” capifamiglia della borghesia francese, che le disprezzavano di giorno.

Quarta sezione – Il “soffio vitale” nel ritratto ambientato

L’inedito riversarsi a Parigi di centinaia di pittori, ognuno tormentato dalla permanente ossessiva necessità di individuare scorci, figure e soggetti originali, dette luogo a una sorta di “studio di massa” senza precedenti – al limite della psicoanalisi – dei luoghi, degli ambienti e delle attitudini di quell’umanità così eterogenea.

Quinta sezione – Il gusto fin de siècle

Possedeva un’allure particolare, avvolta da un’aura di mistero, e le sue reparties alimentavano il mito della donna irraggiungibile, caratterizzato dall’esprit des Guermantes. Le sue plateali sfuriate costituivano un monito di alterigia per il prossimo, la stessa che vive negli occhi e attraverso le posture perfettamente equilibrate e gli abiti di alta moda delle femmes divines di Boldini.

Sesta sezione – Le nouveau siècle

L’artista ritraeva le sue donne un attimo prima che, sopraggiungendo l’autunno della vita, la loro bellezza appassisse per sempre, che le loro foglie di rose profumate cominciassero a cadere. A volte, come uno stregone, raccoglieva i fragili petali e con un gesto d’amore ricomponeva quei fiori appassiti restituendogli un attimo di eterna primavera. Ritraendo le sue donne, Boldini rappresentava un’epoca, la bella epoca, prima quella della sua giovinezza, quando Parigi felice e opulenta viveva l’ebbrezza del benessere economico e del progresso sociale e, poi, quella della senilità e della decadenza, quando il primo conflitto mondiale inibì la pubblicazione delle riviste di moda e il maestro si scoprì inesorabilmente vecchio.

Informazioni

Sede: Palazzo Mazzetti Corso Vittorio Alfieri, 357 Asti

Date al pubblico: 26 novembre 2022 – 10 aprile 2023

Orario di apertura: martedì – domenica 10.00/19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima) lunedì chiuso

Biglietti intero: 13 euro, ridotto 10 euro

Informazioni e prenotazioni T: 0141-530403 M: 388-1640915, http://www.museidiasti.com, info@fondazioneastimusei.it, prenotazioni@fondazioneastimusei.it

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