ASTI – Fieramente “servitore dello Stato”, con un alto senso delle Istituzioni incontrovertibilmente emerso anche nel corso dell’incontro conoscitivo avuto con la stampa locale, da ieri (lunedì 23 luglio) il dottor Alfonso Terribile è il nuovo Prefetto della provincia di Asti. (Clicca qui per leggere la sua lettera d’insediamento)
Classe 1957, foggiano ma “romano d’adozione” (come ha precisato ricordando quando, appena diciottenne, vi si trasferì per frequentare il Corso Allievi Ufficiali presso l’Accademia del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza), l’alto Funzionario subentra al collega Paolo Formicola, che ha assunto l’incarico di vide capo di Gabinetto del ministero dell’Interno, il dott. Terribile sta vivendo le sue prime giornate in una realtà territoriale che ha ammesso di non conoscere, sottolineando immediatamente dopo la volontà di fare “sopralluoghi” per documentarsi sull’Astigiano.
Terra in cui approda, al suo primo incarico da Prefetto dopo la nomina a Dirigente Generale della Polizia di Stato, al culmine di un percorso professionale, svolto in seno alla Polizia di Stato, ricco di esperienze formative. Dal primo incarico alla Scuola Allievi di P.S. di Piacenza a una lunga permanenza romana, prima presso la Questura e successivamente all’aeroporto di Fiumicino con l’incarico di vice dirigente dell’Ufficio Sicurezza del Commissariato di Polizia di Frontiera Aerea, nel caldissimo periodo successivo l’attentato del dicembre 1985 che costò la vita a 23 persone e provocò 123 feriti.
Successivamente ha prestato servizio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e, nel 1995, ha conseguito la qualifica di Primo Dirigente di Polizia di Stato. Dopo molteplici altre esperienze e la promozione a Dirigente Superiore, il dott. Terribile ha ricoperto l’incarico di Questore a Chieti, Brindisi, Rimini e infine L’Aquila, prima di divenire coordinatore di un importante gruppo di lavoro operativo presso la Segreteria del Dipartimento di Pubblica Sicurezza.
«Sono la nostra risorsa – ha affermato – italiani e di altri Paesi che vengono qui a lavorare, studiare e integrarsi con il territorio. Non è facile catturare la loro attenzione, ma va fatto altrimenti rischiamo di perderli. Pertanto sono convinto che la formazione dei giovani sia estremamente importante».
In un aperto confronto con i giornalisti, avvenuto davvero a 360 gradi, ha poi affrontato altri temi quali l’immigrazione («Dagli sbarchi degli albanesi nel 1990 in poi, l’Italia ha gestito eccezionalmente il fenomeno, che va regolamentato secondo le norme, con quello spirito di grande buonsenso e umanità che distingue il nostro popolo. Senza mai dimenticare che dobbiamo tutelare i cittadini, italiani e non, che si sono integrati»), il lavoro («Le PMI vanno aiutate, ma mediante meccanismi leciti per evitare di ampliare il fenomeno dell’illegalità. Se sottraiamo alla criminalità le aree di illegalità al limite tra legalità e illegalità, compiamo una grande azione») e il rischio di infiltrazioni criminali («Non bisogna mai abbassare lo sguardo, ma neppure enfatizzare fenomeni come la ‘Ndrangheta. Vanno contrastati con fermezza, ma ricordando sempre che non sono nessuno. Lo Stato siamo noi»).
Gabriele Massaro